La Corte di Cassazione si è espressa sul caso di un giovane fermano, accusato di detenzione illegale perché in possesso di armi ad aria compressa alterate così da erogare una potenza superiore ai 7,5 Joule.
Se l’alterazione di armi ad aria compressa è intervenuta prima dell’acquisto e non si può essere certi che il possessore ne fosse consapevole, la legge può non punirlo per detenzione illegale di armi. Lo ha stabilito la Cassazione respingendo il ricorso del procuratore presso il tribunale di Fermo. Il magistrato si era appellato contestando la decisione del gup che aveva disposto il non luogo a procedere nei confronti di un trentenne fermano. Il giovane era stato trovato in possesso di armi ad aria compressa modificate così da erogare una potenza superiore ai 7,5 Joule.
La Cassazione concorda col gup: nel caso in specie manca, ossia non è dimostrabile, l’elemento soggettivo del reato, cioè il dolo. Non è vero che il giovane avrebbe potuto, e quindi dovuto, “rendersi conto di quella trasformazione da parte di altri”. E gli accertamenti condotti dal giudice dell’udienza preliminare hanno confermato che le carabine “furono alterate prima della cessione”.