Repubblica e La Verità chiariscono le posizioni dei ministri Bongiorno e Bonafede sulla legittima difesa con due interviste a firma Liana Milella e Mario Giordano.
Sono affidate alle interviste ai giornali due voci dal consiglio dei ministri – e di che livello – sul tema del momento: la posizione di Giulia Bongiorno e Alfonso Bonafede sulla legittima difesa emerge infatti dai pezzi firmati da Liana Milella e Mario Giordano rispettivamente per Repubblica e La Verità.
La ministra della Funzione pubblica, di professione avvocatessa, si dice convinta dell’esistenza di un «diritto di reazione». Secondo la Bongiorno, chiunque sia aggredito deve poter reagire in modo «ampio e incontestabile». Chi entra nell’abitazione altrui «per rubare o uccidere» deve mettere in conto i rischi che ne derivano. Ma nessuno, chiude la Bongiorno, vuole «più armi o maggiore libertà nel loro uso».
Sul no a più armi in giro converge anche il Guardasigilli, che ieri sera ha replicato a In Onda su La7. Bonafede ribadisce che non è all’orizzonte «nessuna proliferazione delle armi». E anche sull’affermazione che la difesa sia sempre legittima pone qualche freno. Il suo obiettivo è «essere sicuro che, se una persona è stata attaccata e si è difesa legittimamente, non debba anche attraversare il calvario dei tre gradi di giudizio». Il governo vuole fare in modo, chiude Bonafede nell’intervista a Giordano, che si vada a dibattimento solo quando il processo deve essere effettivamente celebrato. Rispondendo a Telese e Parenzo su La7, il ministro della Giustizia ha specificato che vuole rendere più facile dimostrare che si è agito per legittima difesa.
Franca Leosini sulla riforma della legittima difesa
Sulla riforma della legittima difesa si stanno esponendo anche volti noti della società civile. L’ultima in ordine di tempo è Franca Leosini, volto storico di Storie maledette su Rai Tre. Intervistata da Francesco Specchia su Libero, la Leosini sostiene che «tenere armi in casa [sia] sempre pericoloso». Ma non ha problemi nel sostenere che chi si ritrova un ladro in casa abbia «il diritto» di sparare. E che l’idea che chi spara per difendersi possa essere processato per omicidio «la terrorizza». Così come la inquieta «la discrezionalità del giudice».