L’incauta custodia di armi può essere contestata anche se le armi si trovano sulla sommità di un armadio, teoricamente inaccessibile ai conviventi, soprattutto se “in tenera età”. Lo ha deciso il Tar della Lombardia, sezione staccata di Brescia, respingendo il ricorso di un tiratore bergamasco. Revocata la licenza di porto d’armi sportivo.
L’incauta custodia di armi può configurarsi anche se le si ripongono “sulla sommità dell’armadio della stanza da letto”. Anche se i conviventi non ne conoscono “presenza e ubicazione”. E tanto più se si ha a che fare con minori. Detta così sembra banale, ma non è scontato il pronunciamento del Tar della Lombardia, sezione staccata di Brescia, che ha respinto il ricorso di un tiratore bergamasco convalidando la revoca della licenza. La non consona modalità di custodia delle armi era stata messa in evidenza da un controllo di prassi dei carabinieri. Non basta, fa capire il Tar, riporre le armi “ad altezze non accessibili ai familiari”.
E, secondo i giudici, ne era consapevole anche il tiratore. Lo dimostra la sua precisazione di essersi “prontamente attivato al fine di reperire idoneo armadio blindato per la custodia delle armi” subito dopo il controllo. Ma ormai è tardi: l’incauta custodia di armi ha portato prefettura e questura a deliberare per la revoca della licenza. E il Tar ci ha messo il bollo sopra.