Il presidente dell’Unione italiana tiro a segno, Costantino Vespasiano, è stato ospite di “La Rai incontra”, trasmissione prodotta da Rai per la sostenibilità-Esg, condotta da Maria Vittoria De Matteis e fruibile on-demand sulla piattaforma RaiPlay.
La puntata di “La Rai incontra”, che ha visto a confronto numerosi ospiti, atleti e non, ha avuto come tema “il valore sociale dello sport”. Oltre a Costantino Vespasiano, sono intervenuti il capo di gabinetto del ministero dello Sport, Massimiliano Atelli, la vicepresidente del Coni ed ex campionessa di lancio del martello Silvia Salis, la campionessa italiana di Tiro a segno Chiara Giancamilli, il campione di judo non vedente Dong Dong Camanni, la trainer Federica Francesca Caglio e il sociologo Franco Ferrarotti.
A introdurre le tematiche del tiro a segno è stato un videoclip narrato da Chiara Giancamilli in cui l’atleta ha proposto una riflessione sul tema dell’aggressività, spesso erroneamente associata alla disciplina, e sull’utilità di canalizzarla: “Nel Tiro a segno bisogna imparare a gestire, a interiorizzare e a tener dentro tutte le emozioni. A differenza di sport come l’atletica o il nuoto – in cui si ha l’opportunità di scaricare nei movimenti fisici una forte emozione – nel tiro bisogna essere molto delicati nei gesti. È una virtù che può essere utile anche nella vita, insegna a ricercare equilibrio, a sapersi gestire e a conoscersi. È un continuo percorso di miglioramento di sé stessi, non solo nell’ottica della gara”.
L’obiettivo finale
È stata poi la volta del presidente Vespasiano che, in primo luogo, ha voluto ribadire il tema introdotto da Giancamilli: “Sono perfettamente consapevole che il tiro a segno, purtroppo, sconta un percepito negativo per il fatto di utilizzare le armi come strumento sportivo. Bisogna però superare questa impressione, che non corrisponde alla realtà. Chi lo pratica, e chi in futuro avrà occasione di farlo, può testimoniare che le armi – sia a fuoco sia ad aria compressa – sono solo una delle componenti base del nostro sport, semplici attrezzi. Dall’altra parte c’è un bersaglio, che per i nostri atleti rappresenta l’obbiettivo finale. Il tiro a segno segue dinamiche assolutamente simili a quelle proprie di altri sport, normalmente non considerati violenti, come l’arco, il lancio del giavellotto o le semplici freccette. Lo strumento assume una connotazione positiva o negativa in relazione all’utilizzo che se ne fa, e il nostro è il più nobile possibile. Gli atleti hanno preparazione, concentrazione, controllo delle proprie emozioni, del proprio respiro e della posizione che li porta a essere padroni dello strumento e avulsi da ogni emozione negativa. È uno sport meraviglioso. Noi non spariamo, tiriamo”.
I nuovi parametri
Il presidente Uits ha avuto anche modo di parlare dei nuovi parametri stabiliti dall’Unione per l’attribuzione di premi di rendimento agli atleti: “Grazie all’aiuto del nostro advisor Niccolò Campriani, pluricampione olimpico di carabina e oggi responsabile dell’organizzazione sportiva delle Olimpiadi di Los Angeles 2028, abbiamo iniziato un percorso che valorizzerà non soltanto l’atleta, ma anche la persona e il suo inserimento nella società. Per questo abbiamo ritenuto opportuno intervenire sul sistema dei premi: partendo dalla base dal risultato sportivo, attribuiremo dei premi aggiuntivi in relazione all’impegno sociale. Per il ciclo 2022-2024, abbiamo modificato i criteri per l’assegnazione, ampliandone la portata. Basti pensare che fino allo scorso anno erano limitati agli atleti normodotati, escludendo la quota paralimpica della squadra, ora invece equiparata. La procedura inizierà da un colloquio con la direzione sportiva, con cui ogni atleta pianifica gli obiettivi personali nelle aree culturali e sociali, e a fine anno il conseguimento degli stessi darà modo di presentare la domanda di assegnazione. Per garantire trasparenza e obiettività è stato istituito un organismo misto di valutazione formato da soggetti esterni alla nazionale di tiro a segno, che verranno nominati dal segretario generale e dal responsabile della preparazione olimpica del Coni”.
Dove vedere la puntata
Nel corso della trasmissione non è mancata occasione per riflettere sul tema della disabilità, e in particolare sul valore sociale dello sport. Vespasiano ha voluto leggere un messaggio ricevuto da un atleta paralimpico dopo un raduno, condividendo la portata significativa del pensiero dello sportivo: “Caro presidente, scrivo per dirti che al prossimo raduno verrò con il treno. Non voglio sempre dipendere da qualcuno per i miei spostamenti e uno degli obiettivi che mi sono prefissato è quello di diventare ancora più autonomo. Queste tre giornate mi sono servite per capire che più sono autonomo, meglio posso vivere la mia vita. Mi avete aiutato a comprendere – e vi ringrazio – dove devo lavorare per migliorare sia come tiratore sia come persona: la mia disabilità non deve essere d’intralcio”. L’intera puntata de “La Rai incontra” per “Il valore sociale dello sport” è disponibile su Ray Play.