Il 19 giugno sarà battuto all’asta il revolver di Van Gogh.
A prima vista è un grumo di ruggine, eppure il 19 giugno sarà battuto all’asta per una cifra stimata tra i 40.000 e i 60.000 euro: perché è il revolver di Van Gogh. Anzi: secondo le ricerche riportate da Drouot, che organizza l’incanto insieme alla casa d’aste parigina AuctionArt-Rémy Le Fur, è il revolver con cui Van Gogh si uccise. La dinamica della morte, avvenuta ad Auvers-sur-Oise nel luglio 1890, è infatti compatibile col ritrovamento dell’arma negli anni Sessanta. Così come sono compatibili il calibro 7 e la bassa potenza, che spiega perché l’artista non morì sul colpo. Studi scientifici fanno inoltre risalire l’abbandono dell’arma nel campo fatale proprio agli anni Novanta dell’Ottocento.
Nella nota di presentazione dell’asta, Drouot cita il libro “Abbiamo trovato la pistola del suicidio?” pubblicato da Alain Rohan nel 2012. Per completezza la casa d’aste riporta anche la versione alternativa sulla morte di Van Gogh: qualcuno ritiene che il pittore sia stato colpito per errore da un colpo d’arma da fuoco sparato da due ragazzi che giocavano con la pistola. In ogni caso, rimane attendibile l’attribuzione dell’arma: è il revolver di Van Gogh. Nel 2016 l’arma è stata esposta al Van Gogh musem di Amsterdam nel corso della mostra “On the Verge of Insanity. Van Gogh and his illness”. L’arma, un revolver Lefaucheux, non è chiaramente restaurabile. Ma attirerà di sicuro l’interesse degli appassionati. Lo dimostra il prezzo stimato.