Il ministero degli esteri del governo López Obrador chiama in tribunale sette produttori di armi degli Stati Uniti. L’accusa è di marketing negligente.
Le organizzazioni criminali messicane “acquistano migliaia di pistole, fucili, armi d’assalto e munizioni” americane e poi le utilizzano per le loro attività illecite: è per questo motivo che il governo del Messico ha deciso di fare causa a sette produttori di armi degli Stati Uniti (Smith & Wesson, Beretta Usa, Century Arms, Colt, Glock, Ruger, Barrett, Interstate Arms). L’accusa è riducibile all’etichetta di marketing negligente (le aziende mettono in risalto le caratteristiche militari delle armi; consentono vendite multiple a un unico acquirente; facilitano la compravendita tra privati senza controllo dei precedenti o sull’origine dell’arma). L’importo dell’eventuale risarcimento sarà determinato dal tribunale americano che si occuperà del processo.
Il governo messicano non vuole mettere in discussione il diritto al commercio di armi in un altro Paese, ma piuttosto denunciare che alcune pratiche negligenti provocano danni oltreconfine. Le statistiche raccontano infatti che quasi tutte le armi (70-90%) recuperate sulle scene del crimine messicane provengono da nord. La mossa è “un’ulteriore componente dell’ampia strategia del governo López Obrador contro la criminalità organizzata e la violenza armata in Messico”. L’obiettivo è “promuovere un commercio responsabile che prevenga il traffico illecito di armi verso il Messico e il loro uso in attività illecite”.
Leggi le news, gli approfondimenti legali e poi tutti i test di armi e di munizioni sul portale web di Armi Magazine.