Il settimanale delle Edizioni San Paolo ha pubblicato un duro articolo contro la fiera di Vicenza e in particolare contro la presenza dei minori alla manifestazione
Si è chiuso Hit Show 2017. E come tutti gli anni divampano le polemiche da parte di alcuni settori dell’opinione pubblica. Stavolta a dare il via agli attacchi è Famiglia Cristiana. Con un articolo dal titolo “Venghino, bambini, venghino”, il settimanale delle Edizioni San Paolo contesta pesantemente la decisione di permettere l’accesso alla fiera anche ai minori.
Tutta una questione economica?
Famiglia Cristiana attacca Hit Show già dal sommario. “Volete educare vostro figlio alla cultura delle armi? Volete fargli desiderare l’ebbrezza di imbracciare un vero fucile o di una pistola semiautomatica?”. È questo l’esordio dell’articolo a firma Stefano Pasta che poi procede con “per farlo, se vostro figlio è minorenne, avreste dovuto portarlo nella cittadina veneta [Vicenza, ndr]”.
Il settimanale riconduce la decisione al dio denaro (“È il mercato, bellezza”) perché “la città veneta incassa ospitando i top brand del settore armi e munizioni”.
Secondo l’autore dell’articolo far sapere al pubblico i danni provocati nel mondo dalle armi “non è in linea con gli interessi economici di certi settori”.
La cultura pro-armi
E Pasta ripercorre anche la storia del presunto permesso negato e poi concesso ai minori alla vigilia della fiera. Colpa (o merito) di Sergio Berlato, emerge dal retroscena. E della Confavi. Sono state le loro politiche a permettere ai minori di partecipare a Hit Show. “La decisione è stata tanto incredibile nella sua goffaggine quanto patetica e inaccettabile nella motivazione”, si legge su Famiglia Cristiana. “Si è trattato, hanno scritto gli organizzatori in un comunicato, di un refuso dovuto a uno spiacevole equivoco”.
L’articolo di Famiglia Cristiana cita poi La Voce dei Berici, il settimanale della Diocesi di Vicenza. Su quelle pagine lo psicologo e psicoterapeuta Claudio Riva aveva scritto che è necessario domandarsi che tipo di educazione “la nostra società [voglia] trasmettere dando in mano a dei ragazzini degli strumenti volti all’eliminazione dell’altro […]. Le armi portano a un’unica e irrevocabile conclusione […]: alla soppressione fisica”.
È la stessa idea che permea “Venghino, bambini, venghino”. In chiusura di articolo si parla di “cultura pro–armi”, “convegni e messaggi contro le restrizioni europee sul tema”. E di “proliferare di armamenti” come ostacolo decisivo al processo di pace.
La realtà: i minori a Hit Show 2017
Al di là di alcune imprecisioni marginali (“Quest’anno la novità è la nuova edizione della canna”, sic et simpliciter, quando ovviamente la novità era rappresentata da un padiglione dedicato alla canna rigata, solo per dirne una) che comunque designano la consapevolezza di quanto raccontato, spicca la volontà di piegare la realtà alla propaganda di un messaggio. I minori non accompagnati non possono accedere agli spazi espositivi. E questo si sapeva. Ma soprattutto “è fatto espresso divieto, in ogni caso, da parte dei minori, di maneggiare le armi esposte”.
Il senso è chiaro. I minori non possono “imbracciare un vero fucile o una pistola semiautomatica”.
E forse prima di scrivere un articolo così feroce sarebbe stato opportuno fare l’unica cosa che un giornalista dovrebbe fare. Andare a vedere. E poi, semmai, scrivere.