Glock 42 cal. .380 Auto: la neonata della Casa di Wagram è una mini Glock, ma conserva tutte le caratteristiche della famiglia e si posizione tra le Top Five delle sub compatte
Allo Shot Show 2014 di Las Vegas sono stati presentati gli ultimi due modelli Glock, la 41 e la 42. Grazie alla collaborazione dell’amica Elisabeth Ratti, titolare dell’omonima armeria di Seregno, abbiamo potuto effettuare una prova completa della Glock 42 cal. .380 Auto, cogliendo l’occasione per raccogliere l’opinione di altri tiratori. Parlare di Glock senza ripetersi non è facile, perché a 33 anni dalla sua prima apparizione sul mercato delle armi corte è stato detto di tutto, a proposito ma anche a sproposito. Chi volesse saperne di più, può trovare in edicola lo speciale di Armi Magazine intitolato Le pistole Glock – una pistola, una rivoluzione mondiale, opera del nostro collaboratore Matteo Brogi che in 160 pagine tratta nel modo più completo ed esauriente tutto il mondo Glock, spaziando fra storia, tecnica e informazioni sulle armi e sull’accessoristica.
Ma torniamo alla piccola Glock 42, ultima nata e oggetto della nostra prova che, già a prima vista, colpisce per le sue ridottissime dimensioni pur conservando estetica e proporzioni delle altre armi della famiglia. L’effetto è lo stesso di quando si guardano le mani e i piedi di un bambino piccolo che, anche se piccoli, sono uguali a quelli di un adulto: la 42 è di fatto una Glock, costruita in scala ridotta esattamente identica ai modelli precedenti già esistenti sul mercato e in particolare alla primogenita modello 17 che era senza la slitta per gli accessori.
Primo contatto
La valigetta che contiene la 42 è così leggera da sembrare vuota; al suo interno, invece, troviamo l’arma, due caricatori, lo scovolino, il manuale, la garanzia internazionale e una documentazione di Bignami che è l’importatore esclusivo per l’Italia. Estratta l’arma dalla custodia, tolto il caricatore e aperto il carrello per verificare visivamente che la camera di cartuccia fosse vuota, ho iniziato a esaminarla con attenzione.
Come ho già detto l’arma è molto piccola: lunga 150 mm, alta 105 mm con lo spessore inferiore ai 24 mm nel punto di larghezza massima che coincide con la sporgenza della leva di blocco del carrello in apertura. Il suo peso è proporzionato al suo aspetto: l’arma scarica completa di caricatore pesa 390 g (459 g con sei cartucce Fiocchi Top Target con palla da 100 grani nel caricatore, più il colpo in canna). Nonostante le dimensioni contenute, l’arma s’impugna bene, anche se manca l’appoggio per il dito mignolo, e grazie al favorevole angolo di calcio, allungando il braccio va subito in punteria con il mirino posizionato correttamente nella tacca di mira. Per scarrellare bisogna impiegare una certa energia, perché la resistenza della doppia molla di recupero è notevole, anche se l’operazione è agevolata dagli intagli di presa del carrello e dall’assenza di leve.
Smontaggio classico Glock
Lo smontaggio dell’arma è chiaramente quello classico della Glock, per cui dopo avere estratto il caricatore e verificato che la camera di cartuccia è vuota (è ormai un gesto istintivo che si compie inconsciamente ogni volta che si esegue l’operazione di controllo dell’arma), si scatta per disarmare il percussore. Si arretra il carrello di qualche millimetro e contemporaneamente si abbassano le due levette poste sul fusto, davanti alla guardia del grilletto, liberando il carrello che scorre in avanti e fuoriesce dalle guide. A questo punto sono rimasto nuovamente impressionato dalla leggerezza del fusto: pesa solo 85 grammi! Afferrato il carrello e tolta la doppia molla di tipo caricato, ho sfilato la canna, completando così lo smontaggio da campagna. I pezzi che ho di fronte sono inequivocabilmente Glock, anche se di dimensioni molto più piccole e penso che sarebbe stato istintivo per tutti averi voglia di compararli con la Glock 17.
Più che le parole valgono le immagini e per questo ho scattato tutta una serie di fotografie che illustrano visivamente quanto detto. Mi sono divertito anche con qualche confronto “impossibile”: il massimo con il minimo, affiancando alla Glock e 42 una Ruger Super Redhawk in calibro 44 magnum con canna della lunghezza di 7 ½ pollici, accostando alla canna le cartucce in calibro nove corto, 44 magnum e 50 Smith&Wesson. L’unica differenza visibile, tra l’interno del carrello della 42 e quello della 17, consiste nella forma diversa del dispositivo di sicura automatica al percussore, di dimensioni maggiori nell’arma più piccola. Non ho proceduto a successivi smontaggi, perché guardando il disegno esploso della 42 si vede chiaramente che la stessa è assemblata con i soliti 34 pezzi che hanno reso famosa il marchio austriaco.
Nata per il porto occulto
Sicuramente la modello 42 è fra le Glock la meglio occultabile: è dunque una pistola ideale per la difesa personale o come arma di back-up per chi ha l’obbligo o la necessità di girare armato.
Il caricatore monofilare ha una capacità di sei cartucce che con il colpo in canna consentono un volume di fuoco più che sufficiente per questa tipologia di armi, basti pensare ai classici revolver da difesa in calibro .38 Special che hanno tamburo con una capacità di cinque cartucce. Anche il calibro scelto per quest’arma, il 9×17 (o 9 corto o .380ACP), è una scelta particolarmente azzeccata perché si tratta di un’ottima cartuccia per la difesa personale, con un buon potere d’arresto, molto preciso, con scarse capacità di sovrapenetrazione e un modesto rinculo, che semplifica la gestione dell’arma. Per terminare questa breve presentazione direi a tutte le qualità viste, va aggiunta quella forse più importante: il fattore Glock, che per un’arma destinata alla difesa personale è sicuramente il più importante; lo compongono il sistema di scatto safety action, i congegni di sicurezza automatica che consentono di portare l’arma con il colpo in canna in assoluta sicurezza, la mancanza di qualsiasi tipo di leveraggio esterno di sicura da manovrare volontariamente, che in una situazione d’emergenza potrebbe creare seri problemi.
La prova a fuoco
Abbiamo provato la Glock 42 nel nostro centro di sperimentazione e prove del poligono di Galliate; l’occasione è stata il corso di aggiornamento e mantenimento per istruttori di tiro di Polizia locale della Regione Lombardia che ha una cadenza biennale.
Due anni fa in questo stesso periodo, con lo stesso gruppo avevamo fatto un test che si è poi trasformato in un record: 10mila colpi con la Tanfoglio Force cal. 9×21 in 171 minuti, compresa la risoluzione di due guasti e uno smontaggio con pulizia. In quest’occasione la prova è stata più modesta perché abbiamo sparato solo 500 colpi che sono serviti per valutare l’affidabilità e la precisione di quest’arma e per trarre impressioni attendibili. La prova si è svolta in tre giornate, nei momenti liberi dall’addestramento quando gli istruttori hanno potuto rilassarsi e divertirsi con quest’arma che è piaciuta a tutti moltissimo e che dopo qualche incertezza iniziale, dovuta all’assenza di lubrificazione e alle cartucce di scarsa potenza, ha iniziato a funzionare con la precisione di un cronometro svizzero, macinando colpi su colpi in tutte le condizioni. In particolare è stata apprezzata la precisione nel tiro istintivo effettuato con la sola mano forte su di un bersaglio posto a 3 metri di distanza, con i sette colpi tutti vicinissimi nella parte centrale del bersaglio.
Come munizionamento abbiamo utilizzato le Fiocchi Top Target con palla da 100 grani (grammi 6,48), che viaggiano a circa 300 m/s con un’energia di circa 30 kgm. Anche sparando ai ferri, a 25 metri di distanza, l’arma è stata sempre molto precisa colpendo sempre il bersaglio (i Pepper più grandi andavano colpiti nella parte superiore per essere abbattuti). Sicuramente è importante, subito dopo aver acquistato l’arma, smontarla, lubrificarla e provarla al poligono con munizioni diverse, per un minimo di rodaggio e per scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.
Conclusioni
La Glock 42 è un’ottima arma per difesa personale; ha tutte le caratteristiche che la rendono ottimale per questo impiego: dimensioni, peso, ergonomia e facilità di utilizzo. Una volta caricata basta premere il grilletto per sparare e, grazie alla Safety Action, sempre nello stesso modo. Questo sistema di scatto unitamente alle tre sicure automatiche (levetta sul grilletto, sicura automatica al percussore, e disconnettore di scatto), rende inutili altri congegni di sicurezza ed è il punto di forza dell’arma per i professionisti.
Da Armi Magazine giugno 2014 di Gianfranco Peletti
Si ringrazia l’armeria Ratti di Seregno per la consueta cortese collaborazione (Armeria Ratti, Seregno, MI, tel. 0362 235.074, www.armiratti.it)
Glock 42 cal. .380 Auto
Produttore: Glock, www.glock.com
Importatore esclusivo: Bignami, Ora (Bz), tel. 0471 803.000, www.bignami.it
Modello: 42
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: .380ACP
Funzionamento: corto rinculo, sistema Browning modificato con blocco prismatico
Lunghezza totale: 150,88 mm
Altezza: 104,90 mm
Lunghezza linea di mira: 98 mm
Larghezza massima: 23,876 mm
Lunghezza canna: 82,550 mm
Rigatura: rigatura esagonale destra
Alimentazione: caricatore monofilare
Numero colpi: 6
Mire: tacca di mira e mirino intercambiabili con riferimenti bianchi
Scatto: Safety action (semi doppia azione)
Peso dello scatto: 2.494 grammi
Percussione: percussore lanciato
Sicure: automatica al grilletto, automatica al percussore e disconnettore di scatto quando l’arma non è in chiusura
Materiali: acciaio al carbonio, fusto e caricatore in tecnopolimero con rinforzi in acciaio
Finitura: Tenifer
Peso arma scarica: 390 grammi con caricatore vuoto
Peso arma carica con 7 cartucce: 459 g
Prezzo: 609 euro