Con la Glock 22 Gen5 le migliorie introdotte con la quinta generazione di Glock, arrivata nel 2017, si allargano al calibro .40 S&W.
Risale al 2017 la presentazione della quinta generazione di pistole Glock che rispondeva alle nuove esigenze del mercato civile e istituzionale. A fare da apripista sono stati i due modelli di maggior successo – la Glock 17 e la 19 – entrambi camerati nel 9 mm che si sta prendendo una sonora rivincita nei confronti del .40A&W nell’armamento delle forze dell’ordine statunitensi.
Nella famiglia delle Gen5 sono poi arrivate le subcompatte 26 e 43, la sportiva 34 e le slim 43X e 48. Tutte in calibro 9: mancava all’appello delle Generation 5 la famiglia delle .40S&W che comprende la 22 (full size), la 23 (compatta) e la 27 (subcompatta).
La famiglia delle .40 S&W
Detto fatto: alla fine del 2020 Glock ha presentato la nuova famiglia delle “40”; la 22 e la 23 sono disponibili in versione Mos (Modular optic system), con la predisposizione per il montaggio di un punto rosso. Il motivo di quest’estensione è semplice: anche se è un po’ passato il successo che lo ha interessato, il calibro .40 S&W conserva comunque un buon seguito sia in ambito professionale (nel settore del law enforcement statunitense, estremamente esigente) sia tra i tiratori civili.
Derivato dal potente 10mm Auto, il .40 S&W nelle intenzioni dei progettisti avrebbe dovuto fungere da calibro intermedio tra il 9 mm e i più potenti ma di più complessa gestione 10 mm e .45 Acp: negli anni 90 la stragrande maggioranza delle agenzie di Pubblica sicurezza statunitensi lo ha adottato e lo utilizza ancor oggi.
Venti miglioramenti per la Glock 22 Gen5
Il passaggio dalla Gen4 alla Gen5 porta con sé oltre 20 miglioramenti tra piccole e modifiche e grandi innovazioni. In particolare possiamo indicare cinque principali cambiamenti introdotti dalla Gen5: nuova canna, impugnatura rivista, inedito bocchettone del caricatore svasato, leva hold open anche sul lato destro, e nuova finitura per canna e carrello.
Impugnatura senza finger groove per la Glock 22 Gen5
È la prima novità che balza all’occhio: la Gen 5 ha una nuova impugnatura che dà l’addio ai finger groove, cioè le scanalature per le dita della mano forte della Gen4, e offre un front strap piatto. Si tratta di un ritorno al passato, visto che i finger groove sono comparsi a partire dalla Gen 3, introdotta nel 1996.
Non si tratta di un dettaglio di poco conto: con la porzione anteriore piatta, le dita di ogni mano (qualunque sia la dimensione) possono trovare la posizione ottimale e adottare una presa il più alta possibile, a vantaggio della controllabilità dell’arma.
Diversamente dal passato però la Gen 5 conserva la lavorazione del calcio della Gen 4, la Rtf (Rough textured finish), con le particolari cuspidi che sono state battezzate Polymids da Glock perché presentano una forma piramidale. In effetti, svolgono ottimamente il loro compito che è quello di creare attrito tra la mano dell’operatore e l’arma.
Stesso discorso per il sistema Mbs (Modular back strap) che consente di variare la dimensione del dorsalino dell’impugnatura stessa. I quattro dorsalini presenti nella confezione di vendita si fissano attraverso una spina di fissaggio che si sfila con l’attrezzino che raggruppa i quattro dorsalini.
I dorsalini presentano spessori e altezza dell’elsa diversi così da accontentare praticamente tutte le mani; è evidente che l’impiego di questi accessori supplementari va a modificare la distanza relativa del grilletto (trigger reach). Altra novità nell’impugnatura è la particolare conformazione dell’imboccatura del vano caricatore: presenta una svasatura che accresce le dimensioni dell’entrata e facilita l’inserimento del caricatore.
Amica dei mancini
Con la Gen 5 la Glock 22 diventa amica dei tiratori mancini. Il pulsante di sgancio del caricatore reversibile (introdotto con la Gen 4 e conservato sulla nuova generazione) e quello di blocco in apertura del carrello (hold open) si trovano, oltre che sul lato sinistro, anche su quello destro. Peraltro, senza che ciò influenzi l’utilizzo nelle fondine esistenti della Gen 5, visto che il pulsante sporge di pochissimo.
Internamente l’hold open della Gen 5 ha una forma a Y ed è azionato da una molla a spirale, al posto della molla a filo della Gen 4. Abbiamo accennato al pulsante di sgancio caricatore: nella Gen 5 ha forma e dimensioni della generazione precedente; non è troppo grande, per evitare sganci involontari in contesti operativi o agonistici, ma non è troppo piccolo per non essere raggiungibile anche utilizzando il dorsalino Large, quello più spesso.
Canna da tiratore scelto
La canna cela un’altra importante novità: ha una rigatura inedita, tanto che gli austriaci l’anno battezzata Glock marksman barrel (Gmb) e, come ricorda il nome (marksman è un soldato addestrato nel tiro di precisione), garantisce una maggior precisione e una costanza con l’uso di palle di diverso tipo dalle blindate (in piombo o ramate).
All’interno del carrello si nota infine la nuova sicura al percussore che è dotata di un piolo di forma ellittica e non circolare, con l’obiettivo di aumentare l’affidabilità dell’arma in ambienti più difficili: la forma ellittica, infatti, rende la sicura meno sensibile all’azione di ghiaccio o sabbia.
Più presa sul carrello
Due novità interessanti riguardano il carrello. Innanzitutto, ha una forma smussata nella parte anteriore, per facilitare l’estrazione e il reinserimento dell’arma in fondina, operazione quest’ultima utile sia in ambito professionale (gli agenti possono aver bisogno di usare entrambe le mani rapidamente dopo aver riposto l’arma) sia agonistico.
Inoltre anche per la Glock 22 Gen5 arriva la nuova finitura nDlc, ancora più resistente e duratura del precedente Tenifer, apprezzato da molti anni dai Glockisti per la sua resistenza: l’nDlc non solo fornisce una superiore protezione nei confronti della corrosione e dei graffi, ma migliora la capacità dell’arma di funzionare in condizioni avverse o in assenza di lubrificazione. La stessa finitura è impiegata anche per la canna.
La prova completa della Glock 22 Gen5 è pubblicata nel numero di giugno 2021 di Armi Magazine, in edicola fino al 15 giugno: non perderti il fascicolo!