Il Corriere della Sera ha contattato Giampietro Belotti che, per contestare un’iniziativa delle Sentinelle in piedi, si travestì da nazista dell’Illinois. Dopo quel fatto gli è stato revocato il porto d’armi, come da sentenza del Tar della Lombardia.
«La vivo come un’ingiustizia. Ho 12 armi da quando avevo 18 anni, le ho usate per delle gare sportive, non sono mai stato un violento». Sono le parole di Giampietro Belotti, trentatreenne di Dalmine (BG), riportate dall’edizione locale del Corriere della Sera in un articolo a firma Giuliana Ubbiali. Belotti, che nel 2014 si presentò a un’iniziativa delle Sentinelle in piedi vestendosi da nazista dell’Illinois (chiaro il riferimento al film The Blues Brothers, «una manifestazione ironica» secondo il protagonista della contestazione), si è visto ritirare le armi dalla questura e respingere il ricorso dal Tar della Lombardia, sezione staccata di Brescia, alla fine di gennaio. Per le istituzioni “la messinscena”, da cui è derivato “un pericolo per la sicurezza pubblica”, è risultata “intenzionalmente provocatoria nei confronti dei manifestanti” e non è stata “percepita come performance satirica”. Dall’atteggiamento complessivo di Belotti è stata dedotta “una diffusa ostilità nei confronti di alcuni movimenti politici e di opinione” e che in definitiva “affiorano comportamenti ripetuti suscettibili di innescare conflitti e tensioni, con conseguente allarme sociale per il possibile uso delle armi in contesti di aspra contrapposizione”.