La giunta Zaia è stata investita da interpellanze e interrogazioni dopo il comunicato del consigliere di maggioranza Joe Formaggio da Eos 23.
A ridosso delle fiere di caccia e delle armi le polemiche sono attese come la sveglia in un giorno di lavoro, fastidiose ma inevitabili, ma di solito non valicano il perimetro delle cosiddette associazioni per il disarmo e di quella parte dell’opinione pubblica (alcuni giornali, ma non solo) che per motivi arcani considera inaccettabile una manifestazione come Eos 23.
Stavolta però la risonanza è diversa, visto che in mezza giornata la giunta Zaia s’è vista investita da ben tre interrogazioni dei gruppi d’opposizione. L’innesco è il comunicato che Joe Formaggio, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ha affidato al sito ufficiale dell’assemblea; scrive infatti che ha partecipato alla fiera «come rappresentante della Regione Veneto» e, con un’espressione non felicissima, che la presenza del ministro Lollobrigida e del sottosegretario Fazzolari certifica «l’importanza della lobby dei cacciatori e delle armi». Nella fotografia che accompagna il comunicato Formaggio ha in mano un’arma tattica.
Per chi è stato a Verona l’immagine è innocua, e accompagna l’attestato di vicinanza a un settore dai riflessi notevoli sul pil nazionale. Ma non tutti hanno la stessa sensibilità; soprattutto chi non aspetta altro per attaccare la giunta e a ogni passaggio intende evidenziare, con risultati spesso controintenzionali, il presunto legame tra le maggioranze di destra e il mondo delle armi.
Opposizioni all’attacco
Ecco dunque che Erika Baldin, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, ha presentato un’interpellanza per capire «quali siano i reali interessi che Fratelli d’Italia, partito di governo a Roma e in Veneto, s’impegna a tutelare»; le parole di Formaggio, «gravi e allarmanti», mostrano infatti «il vero volto della destra». Per Baldin «il fatto che Joe Formaggio affermi d’essersi recato alla fiera in rappresentanza della Regione solleva ulteriori perplessità»; vuol dunque sapere dalla giunta quale sia la natura «delle relazioni tra le istituzioni regionali e i mondi economici legati alla caccia e alle armi», perché «non possiamo certo accettare che il governo sia governato da [questa] lobby».
Un’interrogazione la presenta anche Jonatan Montanariello (Pd), che vuol sapere come sia stato possibile «propagandare l’uso delle armi, incitamento alla barbarie (!), con il benestare istituzionale»; fa lo stesso Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) per verificare se sia vero che Formaggio fosse alla fiera in rappresentanza della Regione, «e con quale tipo di mandato», e per capire perché «una pagina istituzionale abbia condiviso con leggerezza un messaggio del genere». Andrea Zanoni (Pd) non ha annunciato interrogazioni ma al solito ha attaccato: per lui «è ripugnante» che il Veneto si sia trasformando «nella Repubblica delle armi»; la presenza di Formaggio a Eos e le sue parole «confermano la vera identità di questa destra, che propaganda un mito devastante».
Vedremo come risponderà Zaia e se Formaggio tornerà sulla vicenda. Nel frattempo dalla presidenza del consiglio regionale arriva l’annuncio di una policy per siti e social istituzionali; ma la censura dei comunicati resta impossibile.
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