Il Tar della Lombardia si è espresso sul ricorso di un cacciatore di Sondrio al quale era stata revocata la licenza perché aveva deciso di provare le armi in una zona non adeguata.
Provare le armi in luoghi non idonei può condurre alla revoca della licenza. Lo ha ribadito il Tar della Lombardia pronunciandosi sul ricorso di un cacciatore di Sondrio che nel 2014 fu indagato per accensioni ed esplosioni pericolose. I carabinieri intervennero dopo aver udito alcuni colpi d’arma da fuoco. Scoprirono che il cacciatore aveva appositamente creato un’apertura in un immobile di sua proprietà. E da lì aveva sparato “tre colpi con il suo fucile in direzione di una scatola” adibita a bersaglio. L’aveva collocata “in una zona boschiva antistante il centro abitato”. Lo si legge nella sentenza. Al netto dell’inammissibilità del ricorso, col quale si contestava la revoca del porto d’armi quando ormai si era già consolidato il divieto di detenzione, il Tar non ha sollevato eccezioni sulle decisioni di prefettura e questura. L’affidabilità del cittadino con licenza si valuta anche da come decide di provare le armi.