Divieto di detenzione ex art. 39 Tulps e collezione di armi antiche

Divieto di detenzione ex art. 39 Tulps e collezione di armi antiche
© Peyker / shutterstock

Timida ma importante apertura del Consiglio di Stato con la sentenza parziale di accogliento n. 4914/2024 del 31 maggio 2024, che verrà ripresa e commentata in modo esteso sul numero di Armi Magazine di agosto (in edicola da metà luglio prossimo)

Negli ultimi anni – purtroppo – l’applicazione del decreto ex art. 39 Tulps, che ancora si ostinano a definire non sanzionatorio (!), è aumentata a dismisura. Quella che ratione legis doveva essere l’ultima spiaggia, la punizione definitiva per il detentore di armi, oggi viene somministrata in dosi massicce e consegue a episodi lievi e molto lievi. Al di là del fatto che nessuna legge oggi prevede la durata di tale disposizione interdittiva (esiste una circolare applicativa che parla di cinque anni) e neppure un protocollo certo di revisione. Fatti gravissimi che lasciano l’ex detentore in un limbo eterno!

Armi antiche in collezione

Ora se la prendono anche con le armi antiche e rare detenute in collezione. In verità quando decidono di togliervi tutto non vanno troppo per il sottile: tutto è tutto, compresi gli archibugi del bisnonno e il paloscio da caccia. Per fortuna, ne abbiamo dato conto, è intervenuto il massimo collegio amministrativo a mettere i puntini sulle i. Le armi storiche, artistiche e rare, osserva il Consiglio di Stato, scontano un regime giuridico parzialmente diverso. Poi c’è la lettera del primo comma articolo 39, che pone a riferimento le armi “denunciate ai termini dell’articolo precedente”. Non manca una precisa dissertazione sui provvedimenti impliciti, che guarda caso appaiono tali solo quando si interpretano contro il detentore. Una sentenza interessante, che vale la pena commentare.