Distributori automatici di munizioni e Ai, la vera notizia

Distributori automatici di munizioni e Ai, la vera notizia
© Zerbor / shutterstock

Leggiamo – increduli  – dal sito Futuro prossimo, che si occupa di nuove tecnologie, robotica, ambiente e altro, l’ennesima sparata (scusate il gioco di parole) contro gli Usa, che stanno sperimentando distributori automatici di munizioni con l’aiuto della Ai (Artificial intelligence, ossia intelligenza artificiale) per la verifica dell’età dell’acquirente.

La notizia, presa così senza andare a fondo, può far sorridere o preoccupare. Forse entrambe le cose. Il problema, parlando del modo di fare corretta informazione quando si parla di armi, tema a me caro e altrettanto caro alle nostre testate, è in verità un altro; ben più serio e circostanziato. Ma questo non viene detto; viene taciuto perché non fa notizia, non serve a buttare fango contro gli americani cattivoni e armatissimi.

La verifica dell’età

Il problema (sarebbe più giusto dire “la soluzione”) non sono i distributori automatici di munizioni intelligenti (te pareva): è la verifica dell’età per comprarle, che un’indagine federale ben riassunta da un lungo articolo apparso su Usa Today a firma Nick Penzenstadler, scopre essere troppo blanda.

Quindi, premesso che in Usa per comprare cartucce per fucile servono i 18 anni, 21 anni per munizioni da pistola, il problema sta nelle policy che i venditori di munizioni mettono in campo, che risulterebbero piene di falle e facilmente aggirabili. È chiaro che non si può fare completo affidamento su una auto certificazione on line, dove l’acquirente di 500 cartucce per pistola si dichiara di età maggiore di 21 anni, che saranno recapitate dal corriere a casa sua dopo un paio di giorni. Diversa la situazione nei punti vendita fisici, dove un commesso ti chiede l’Id e verifica che, effettivamente, ha di fronte il titolare del documento e la sua età.

Il ruolo dell’Ai

Qui entra in gioco l’Ai: dalla scansione del documento fatta sul distributore di munizioni esegue in un baleno tutti i controlli che farebbe il commesso nel negozio fisico. A me sembra una soluzione al problema del controllo sull’età di chi compra, non un punto dolente. Non succede così anche da noi, per i distributori di sigarette?

Quindi l’articolo pubblicato da Futuro prossimo è, al tempo stesso, fuorviante e incompleto: fa passare come prassi potenzialmente criminale la soluzione a un problema che in verità esiste e andrebbe affrontata. Per chi volesse comprendere la realtà delle cose – e nel contempo approfondire l’argomento – consiglio la lettura di quanto riporta Usa Today.

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