In vista del voto in plenaria a Strasburgo di domani, il comparto sportivo-venatorio e armiero si è riunito a Roma per valutare il testo finale della direttiva armi e individuare le prossime azioni
I rappresentanti di Anpam, Anpp, Assoarmieri, Comitato D-477, Fenaveri, Fitav e Fitds si sono riuniti, su proposta di Anpam, presso il palazzo delle Federazioni del Coni a Roma, con l’obiettivo di creare un maggiore coordinamento di comparto e analizzare insieme il testo finale della direttiva armi. Gli sforzi compiuti nei mesi precedenti hanno consentito di apportare modifiche rilevanti al testo originale della direttiva. Un risultato che, sebbene non del tutto soddisfacente per gli attori coinvolti, ha permesso di limitare in modo significativo l’impatto negativo del testo. La prima stesura, infatti, prevedeva il bando completo delle armi di categoria B7 (armi semiautomatiche simili alle armi automatiche), l’inclusione dei caricatori nelle parti essenziali, una maggiore limitazione dei colpi nei caricatori rispetto alla normativa nazionale nonché una minore durata delle licenze di porto e detenzione delle armi che avrebbe richiesto una maggiore frequenza dei relativi controlli medici.
Tavolo comune
Per tali motivi, quindi, le associazioni e le federazioni firmatarie hanno riconosciuto e apprezzato il lavoro svolto sin dall’inizio da più parti per emendare i contenuti fortemente penalizzanti della proposta della Commissione europea e per ottenere un testo maggiormente equilibrato. Da un’approfondita analisi dello scenario politico attuale si ritiene estremamente rischioso, in questa fase, proporre emendamenti, seppure opportuni, in quanto il loro esame comporterebbe la necessità di riaprire le negoziazioni sull’intera direttiva, con la concreta possibilità di reinserimento di pericolose limitazioni, ad oggi scongiurate. Pertanto i rappresentanti delle associazioni e delle federazioni, riuniti per la prima volta insieme intorno ad un tavolo comune, concordano sulla necessità di concentrare l’attenzione e vigilare sul recepimento a livello nazionale della normativa europea, in linea con quanto accade negli altri Stati membri. Tutti i firmatari, infine, convengono sull’opportunità di sviluppare e applicare un efficace sistema di informazione condivisa su questi temi, nel tentativo di garantire il minor impatto possibile della direttiva sulle attività produttive, sul commercio e sugli utilizzatori finali.