Difesa Italia scrive a Lara Comi chiarendole i motivi del marcato dissenso rispetto alla sua posizione sulla Direttiva Armi.
“La revisione ordinaria della Direttiva Armi 477, originariamente finalizzata a incentivare un più compiuto recepimento delle da parte di diversi Stati gravemente inadempienti (segnatamente alcuni Paesi dell’est Europa) è stata completamente travisata su pressione della Commissione e dei governi francese e inglese”. È uno dei punti chiave della lettera aperta inviata da Difesa Italia all’europarlamentare Lara Comi (Forza Italia) che negli scorsi giorni ha richiesto un chiarimento dopo le espressioni di dissenso e disappunto riscontrate nelle comunità riconducibili all’associazione.
Secondo Andrea Gallinari che ha firmato la missiva, da parte dei politici italiani “si è assistito a un deplorevole, sconfortante e mortificante appiattimento sulle posizioni inglesi, francesi e tedesche. Gli interessi dell’industria nazionale, che nel settore delle armi sportive sviluppa circa uno 0,5 di Pil, non stati tutelati. Le nuove previsioni introducono obblighi e procedure con pesanti ricadute sui costi industriali e con nessun effetto sulla sicurezza sociale”. Difesa Italia scrive a Lara Comi che “nella votazione per l’approvazione della revisione della Direttiva armi europea hanno votato contro esclusivamente i deputati della Lega Nord e l’onorevole Maullu e che invece Lei non fosse presente. Le sembrano motivi sufficienti per argomentare il profondo disappunto dei cittadini-contribuenti legali detentori di armi per le Sue recenti dichiarazioni sui media con cui lodava le grandi ricadute in tema di sicurezza pubblica recate dall’approvazione della nuova Direttiva armi europea?”.
Verso le prossime elezioni politiche
Difesa Italia teme il futuro e il recepimento nazionale della Direttiva: si aprono “pericolosissimi spazi di intervento alle forze politiche che, per ragioni ideologiche, di becera propaganda elettorale o magari per ben più deplorevoli orientamenti accentratori e autoritari, vorranno tentare di sfruttarli per introdurre ingiuste, inutili e illiberali restrizioni a danno dei cittadini italiani che hanno un interesse legale alla detenzione di armi sportive civili”.
L’associazione ricorda poi che i cittadini italiani titolari di una licenza d’armi si sono già organizzati, o si stanno organizzando, e “orienteranno il proprio voto solo verso i referenti della politica che hanno dimostrato concretamente e sapranno dimostrare nei fatti di volere difendere il diritto a possedere armi legali”.