È uno dei punti fondanti del ddl Cirielli, presentato qualche giorno fa alla Camera e reso pubblico nella giornata di oggi: si potrebbe cacciare la migratoria “su tutto il territorio della regione di residenza” e per trenta giorni l’anno, “senza alcun onere”, su tutto il territorio nazionale.
In un futuro prossimo, la caccia alla migratoria potrebbe non conoscere confini territoriali. Il ddl Cirielli che riforma la 157/92, presentato qualche giorno fa alla Camera e reso pubblico nella tarda mattinata di oggi, prevede che “il titolare della licenza di caccia in possesso dell’apposito tesserino regionale [abbia] diritto di esercitare l’attività venatoria, oltre che alla fauna selvatica stanziale nelle UTG (gli ex Atc, ndr) a cui ha avuto accesso, alla fauna migratoria su tutto il territorio della regione di residenza. Il titolare di licenza di caccia ha altresì il diritto, senza alcun ulteriore onere, di esercitare l’attività venatoria alla fauna selvatica migratoria per un numero massimo di trenta giornate complessive per ogni stagione venatoria su tutto il territorio nazionale”. Mentre ci si avvicina al secondo round di consultazioni per la formazione del nuovo governo, la destra – il ddl nasce dal gruppo di Fratelli d’Italia – comincia a calare le proprie carte nel gioco parlamentare.