Non conta né la durata né il luogo: la custodia delle armi in un’autovettura non sorvegliata è sempre incauta.
È un sintomo di «superficialità inescusabile», tale da portare dritti al giudizio d’inaffidabilità e alla revoca della licenza: il Consiglio di Stato (sentenza 11418/2022, pubblicata stamattina) bolla così la custodia delle armi in un’autovettura non sorvegliata, anche «per tempi brevissimi»; si tratta infatti di un luogo di per sé non idoneo, visto che «rompendo i cristalli o forzando le serrature» è facile accedere all’interno dell’abitacolo e rubare quanto vi è contenuto.
Non che nel caso preso in esame ce ne sia stato bisogno. Le porte non erano infatti state chiuse a chiave; il proprietario dell’auto, un cacciatore trentino, pensava infatti che non fosse necessario visto che aveva parcheggiato davanti al cancello di un’area di sua proprietà e s’era allontanato per appena venti metri, giusto per riportare i cani nelle loro cucce.
Ma per il Consiglio di Stato non esistono attenuanti. Il luogo e la modalità di custodia dei fucili «si sono rivelati non consoni»: era facile prevedere il pericolo, «significativamente concretizzatosi», che fossero facilmente sottratti; è dunque inevitabile disporre la revoca della licenza.
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