Per risolvere la controversia tra Fitav e Fidasc sulle competizioni di tiro alla sagoma con carabina da caccia serviranno la mediazione del Coni e un protocollo condiviso.
Per risolvere la controversia tra Fitav e Fidasc il Coni dovrà definire alla svelta un protocollo che ripartisca chiaramente le loro competenze. Glielo chiede la stessa Fidasc dopo che la Fitav ha organizzato competizioni di tiro alla sagoma con carabina da caccia. Una, il Gran Premio Integrale, si è già disputata a Piancardato; l’altra, il 1° Gran Premio, è in programma il 19 settembre in Basilicata. Ma questa specialità rientra a pieno titolo tra quelle Fidasc, che considera la mossa della Fitav «singolare e inopportuna».
Il timore è che si ripeta quanto accaduto in passato al tiro combinato da caccia, «che la Fidasc aveva inventato e fatto crescere anche a livello internazionale» e poi «passato di mano a favore della Fitav». Per evitare che accadano di nuovo situazioni simili, «sgradevoli e ingiuste», servono dunque la mediazione del Coni e un protocollo condiviso.
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