Il Consiglio regionale veneto ha approvato la proposta di legge statale che istituisce un fondo a favore delle vittime della criminalità.
37 favorevoli, 9 astenuti, un solo contrario. Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il progetto di legge statale 35 che istituisce un fondo “per il patrocinio legale gratuito a favore dei cittadini colpiti dalla criminalità e degli addetti delle forze delle polizie locali e delle forze dell’ordine”. Il ddl, presentato dai forzisti Massimiliano Barison, Massimo Giorgetti ed Elena Donazzan, passa ora all’esame del Parlamento. A meno di colpi di scena sul tramonto della legislatura, è però improbabile che il testo sia discusso in aula. Almeno nei prossimi mesi.
Le reazioni della politica
Le testate locali riportano il commenti della Donazzan, che si dice «certa che il progetto di legge non verrà accantonato» e auspica «che prossimamente possa essere approvato dal Parlamento», nel quale conta di trovare «una maggioranza di centrodestra, con una sensibilità pertanto diversa da quella attuale, di sinistra e antimilitarista». L’esponente di Forza Italia parla di un chiaro «segnale politico» di Forza Italia: le istituzioni e i cittadini perbene devono stare «al fianco di agenti e militari e delle vittime che si difendono in casa propria e che difendono i loro cari e la proprietà privata. Vorrei», chiude la Donazzan, «che non si sentisse più parlare di eccesso di legittima difesa».
Il Partito Democratico si è astenuto. «Ci è sembrato assurdo puntare su una legge che non approderà a niente», spiega Orietta Salemi, correlatrice del progetto di legge. «A oggi nella storia del Parlamento non esiste un solo progetto di legge statale di iniziativa regionale che abbia avuto esito, né positivo né negativo, perché tutto si ferma prima negli uffici parlamentari». La Salemi è convinta che pure la maggioranza di centrodestra ne abbia la consapevolezza, «visto che ha ribadito in Consiglio che si tratta di un atto politico senza conseguenze concrete». Ma, chiude, deve essere chiaro che nell’arco politico «non esiste una parte che è a fianco delle forze dell’ordine e un’altra che è tiepida nei loro confronti e difende invece i criminali».
Uccise ladro che stava rubando l’auto, rinviato a giudizio per omicidio volontario
Nel frattempo però le cronache nazionali si tingono di un altro caso che sicuramente farà discutere. Carlo Diana, il meccanico di Villa Literno (CE) che nel marzo 2016 uccise un ladro che si stava impossessando della sua auto, è stato rinviato a giudizio per omicidio volontario. Inizialmente l’uomo fu indagato per eccesso di legittima difesa, ma nello scorso maggio, al momento della chiusura delle indagini preliminari, il capo di imputazione è stato cambiato. Secondo la procura il racconto dell’uomo, che ha dichiarato di avere sparato dal balcone, non collima con le perizie balistiche e con alcune immagini tratte da un video di sorveglianza. Di sicuro se ne parlerà. E di sicuro ancora una volta l’opinione pubblica del Paese si spaccherà.