Comportamento dei poliziotti sui social: la circolare di Gabrielli

Comportamento dei poliziotti sui social la circolare di Gabrielli
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Il comportamento dei poliziotti sui social deve essere improntato a equilibrio e cautela.

È una professione che impone il massimo riserbo, altrimenti si può mettere in pericolo la sicurezza della collettività e degli operatori: ecco perché Franco Gabrielli ha firmato una circolare in cui definisce le regole per l’intervento dei poliziotti sui social network.

Bisogna innanzitutto evitare di pubblicare o condividere notizie, immagini o audio relative all’attività di servizio. E, specifica la circolare, non solo sui social, ma anche sulle app di messaggistica come Whatsapp: un’azione di questo tipo “espone l’attività a serio rischio”. Ogni poliziotto può chiaramente “esprimere opinioni” sui social. A patto però che il suo comportamento sia corretto, imparziale, cortese, non discriminatorio e rispetti i principi costituzionali e le libertà fondamentali della persona.

I poliziotti sui social: ci vuole equilibrio e cautela

Le due parole chiave sono equilibrio e cautela. Gli operatori di polizia devono infatti essere particolarmente prudenti nelle loro valutazioni, “specie in ordine ai fatti che interessano l’opinione pubblica”. Un comportamento ineccepibile è fondamentale per garantire “imparzialità, dignità e l’esemplare svolgimento delle funzioni” al di là delle convinzioni personali e per evitare che notizie riservate diventino invece di dominio pubblico.

Lavorare sulle impostazioni della privacy può non bastare a garantire la riservatezza della comunicazione. E, visto che una volta che si è pubblicato qualcosa on line è difficile esercitare il diritto all’oblio, i poliziotti sui social network devono essere particolarmente cauti. Anche perché chi appartiene alla polizia “è assoggettato a un regime giuridico peculiare”, in considerazione dei delicati compiti istituzionali che gli sono attribuiti. E nella percezione sociale l’immagine di poliziotto è prevalente rispetto a quella di privato cittadino.

La circolare, rilanciata dal Siulp, si è resa necessaria perché alcuni operatori delle forze di polizia si sono resi protagonisti di “esternazioni dal contenuto inappropriato”, talora accompagnate da foto e video, in cui si riscontrano violazioni disciplinari o addirittura penali. Qualcuno ha postato anche affermazioni sul proprio lavoro, foto in uniforme e con armi di ordinanza, indicazioni sulla sede di servizio o di residenza. Ecco perché il capo della polizia ha deciso di intervenire.