La commissione presieduta dal senatore leghista Ostellari ha deciso per una serie di audizioni sulla legittima difesa. Da definire calendario e soggetti: ci penserà l’ufficio di presidenza.
La prossima domanda a cui rispondere è chi (e quando) sarà convocato dalla commissione Giustizia del Senato durante le audizioni sulla legittima difesa. E non è solo una curiosità: capire chi sarà coinvolto nelle prime fasi della discussione parlamentare potrà dare il segno della direzione che si intende intraprendere. Si è chiusa dunque così, con il rinvio della discussione a dopo che saranno definiti calendario e soggetti delle audizioni, la prima seduta della commissione Giustizia del Senato sulla riforma della legittima difesa. A stabilire chi sentire e quando farlo sarà l’ufficio di presidenza.
L’organo è costituito innanzitutto dal presidente Ostellari (Lega), dai vicepresidenti Crucioli (5 Stelle) e Stancanelli (Fratelli d’Italia) e dai segretari Riccardi (5 Stelle) e Valente (Partito Democratico). In rappresentanza dei gruppi interverranno anche Caliendo (Forza Italia), Balboni (FdI), Piarulli (M5S), Cucca (PD), Grasso (Liberi e Uguali), Pillon (Lega) e Unterberger (SVP). Nella relazione introduttiva, il leghista Ostellari ha ribadito che nessuno vuole favorire «un’incontrollata proliferazione delle armi». Massimo Mallegni (FI), che ha presentato uno dei cinque ddl all’esame, ha assicurato che i berluscones parteciperanno alla discussione e al «confronto politico costruttivo». Peraltro dalla prossima seduta le proposte da discutere diventeranno sei: se ne aggiunge una a prima firma Gasparri.
Da sottolineare come, dalle forze della maggioranza, il senatore Urraro (Movimento 5 Stelle) abbia ribadito come sia necessario non intervenire «sull’onda dell’emotività». Specie se questa deriva da fatti di cronaca giudiziaria. Un paio di richieste concrete anche dall’opposizione. L’ex presidente del Senato Pietro Grasso (Liberi e Uguali) chiede che siano messe a disposizione le statistiche sulle condanne per eccesso di legittima difesa. La piddina Valeria Valente ha invece suggerito un’apposita valutazione d’impatto del provvedimento.