La Commissione europea ha approvato un provvedimento con cui intende stanziare 500 milioni di euro per favorire la produzione di munizioni e missili.
Perché gli aiuti militari all’Ucraina non s’interrompano (l’obiettivo è fornire un milione di munizioni l’anno), e perché in Europa non scarseggino né munizioni finite né componenti: sono chiari gli obiettivi dell’Act in support of ammunition production con cui la Commissione europea intende favorire la produzione interna stanziando 500 milioni di euro (il budget deriva dalla redistribuzione di altri strumenti finanziari, in particolare l’European defence fund e l’Edirpa) e modificando la normativa al momento in vigore.
Approvato qualche ora fa, il provvedimento intende innanzitutto finanziare il Ramp-up fund per garantire un supporto adeguato alla realizzazione industriale di prodotti per la difesa; s’introduce inoltre un meccanismo per mappare, monitorare e possibilmente anticipare i rallentamenti e gli intasamenti nelle catene d’approvvigionamento. La Commissione europea auspica così di «ottimizzare, espandere, modernizzare e aggiornare le attuali capacità produttive» e favorirne di nuove; in contemporanea si punta a creare nuove partnership industriali internazionali, eventualmente anche cogestite tra pubblico e privato.
Per Ursula von der Leyen l’Act in support of ammunition production rappresenta «una parte cruciale della strategia con cui l’Europa intende difendere i propri interessi e i propri valori e mantenere la pace nel proprio territorio»; la Commissione auspica che parlamento e Consiglio dell’Unione europea completino rapidamente, comunque prima della prossima estate, la procedura d’approvazione.
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