Rimangono dei punti critici, soprattutto sui caricatori. Ma il Comitato Direttiva 477 riconosce come il decreto legislativo sul recepimento della Direttiva armi “sia stato impostato sui livelli minimi” previsti.
La posizione del Comitato Direttiva 477 sul recepimento della Direttiva armi è meno allarmistica di altre. Certo, c’è la consapevolezza che permangano «alcune criticità da risolvere». Ma, dopo l’analisi del decreto legislativo del governo Gentiloni, il CD-477 si dice sollevato per l’impostazione di fondo. Anche perché, pur senza specificare in quali termini, l’associazione nota con soddisfazione come nello schema siano stati trasposti almeno due punti suggeriti in un incontro ufficiale di tre mesi fa. Il testo, scrive il Comitato Direttiva 477, “è stato effettivamente impostato sui livelli minimi previsti dalla direttiva stessa”. Sono allo stesso tempo risolte “molte criticità” originarie. Non tutto però è perfetto. C’è il rischio di perdere l’occasione “per adeguare anche in positivo la normativa nazionale a quella comunitaria”.
Il Comitato Direttiva 477 sul recepimento della Direttiva armi: siamo fiduciosi
Il punto cruciale riguarda la capienza dei caricatori cosiddetti liberi. Sotto la lente anche il termine stabilito per la liceità della detenzione “senza ulteriori oneri o adempimenti” di armi e caricatori di categoria A6, A7 e A8. Rispetto al termine originario del 14 settembre, la scadenza è stata anticipata al 13 giugno.
Nonostante la particolare situazione politica e il prossimo verosimile cambio di governo, CD-477 si dice “fiducioso” di poter risolvere tutte le problematiche in sede di discussione parlamentare. Il comparto armiero, assicura il Comitato, si è già attivato.