Il Colt Cobra, tornato in produzione nel 2017, è un grande classico della difesa abitativa: rispetto alla versione del Novecento, quella del Terzo Millennio ha sempre le carte in regola per soddisfare le esigenze di difesa personale e abitativa, ma sfoggia lavorazioni e meccanica moderne.
Nella produzione di revolver Colt non ha certo bisogno di presentazioni: il marchio del cavallino ha costruito la sua leggenda proprio su quest’arma; chi non conosce il suo Python, tornato in produzione qualche anno fa?
Lo stesso è accaduto anche al Cobra, che nel 2017 ha segnato proprio il ritorno di Colt alla produzione di revolver dopo molti anni di assenza da questo segmento del mercato. Nel 1981, infatti, l’ultimo Cobra uscì dalla fabbrica Colt di Hartfort, nel Connecticut, a conclusione di un lungo ciclo durato 30 anni: il modello nacque nel 1950 per affiancare un modello di successo, il Detective Special, rispetto al quale era più leggero e facilmente portabile sotto gli abiti.
A inizio degli anni Ottanta, però, i processi costruttivi del Cobra, in gran parte legati alla manualità dei dipendenti Colt, mise fuori mercato questo revolver che fu costretto al pensionamento.
Che è durato 36 anni, fino allo Shot Show 2017 di Las Vegas, quando l’azienda ha tolto il velo alla nuova generazione di revolver Cobra per cui si è affidata alle moderne macchine a controllo numerico per ridurre i costi di manodopera, pur realizzando un revolver paragonabile all’originale in termini qualitativi.
In realtà, il nuovo Cobra ha poco in comune con il predecessore: nasce infatti dal classico foglio di carta bianco.
Tutto in acciaio
Una differenza sostanziale è già nel materiale che lo costituisce: mentre il Cobra anni 50 era costruito in lega di alluminio per ridurne al massimo il peso – occorreva un revolver più leggero del Colt Detective in uso in quegli anni che pesava circa 600 grammi: il Cobra scendeva a 450 grammi – quello del terzo millennio è completamente in acciaio.
Colt ha, infatti, deciso di cedere qualche punto in termini di comodità di porto a favore di una maggior gestibilità: i 701 grammi, infatti, consentono anche a chi muove i primi passi con le armi da fuoco di controllare agevolmente l’arma sia in doppia sia in singola azione.
La robustezza dell’acciaio consente l’utilizzo di munizionamento .38 Special +P (ad alta potenza), come ricorda la dicitura sul lato sinistro della canna. A proposito: le munizioni +P furono introdotte nel 1972, perché qualcuno riteneva che il 38 Special fosse sottodimensionato rispetto al 9 mm e al .45 Acp.
Compatto e robusto
Il Cobra è venduto nella classica valigetta in plastica blu di Colt, insieme con la garanzia, un lucchetto per riporre in sicurezza l’arma e il libretto di uso e manutenzione in italiano, redatto da Bignami.
A colpire subito sono la compattezza e la sensazione di robustezza dell’arma: il Cobra continua a essere un’arma da porto occulto e difesa abitativa, e di conseguenza le dimensioni rispecchiano questa destinazione d’uso.
La canna è da 2 pollici (51 mm), con rigatura a sei principi e passo di 1:14”, e la volata leggermente incassata per proteggere le rigature. Per andare incontro a chi si accosta al mondo dei revolver, Colt ha dotato il Cobra di un’impugnatura arretrata di circa 3 mm rispetto all’ultima generazione del modello: ciò consente di diminuire la distanza tra l’asse della canna e quello del braccio del tiratore, con un conseguente miglior controllo del rilevamento e del rinculo.
Non solo: ciò ha consentito inoltre di adottare un grilletto meno arcuato, di utilizzo più intuitivo, protetto da un ponticello ampio che rende comodo l’uso coi guanti.
Sempre in termini di controllo, un lavoro egregio è svolto dalla guancetta monolitica in gomma che presenta alcune scanalature per le dita (finger grooves) e texture grippante sui lati; inoltre, offre spazio anche al mignolo della mano forte che, in genere, rimane fuori dalla presa in questo tipo di revolver (i cosiddetti snub nose, letteralmente “naso schiacciato”, in riferimento alla brevità della canna).
Nuovo scatto
Altra novità nel revolver del Terzo Millennio è il gruppo di scatto: si chiama LL2 (Linear Leaf) e, conservando cane esterno e funzionamento in Singola e Doppia azione, rende l’azione sul grilletto più fluida e gestibile, con una percussione decisa, senza dover ricorrere ad accuratizzazioni successive all’acquisto.
La grande differenza appare togliendo impugnatura (fissata alla base da una vite a taglio) e cartella di sinistra: troviamo sempre una molla cinetica a “V” ma, mentre il Cobra originale ne aveva un che con il braccio superiore forniva la spinta al cane e con quello inferiore forniva il ritorno del grilletto, oggi la molla lavora solo con il suo braccio superiore, mentre quello inferiore è troncato e serve solo per l’incastro della molla nella propria sede nel telaio.
Al ritorno del grilletto provvede, invece, una molla a filo. Confermata, invece, l’apertura del tamburo che si opera azionando all’indietro il nottolino, posto sul lato sinistro, la cui lavorazione è esemplare.
Arriva la transfer bar
Altra novità è sul fronte della sicurezza. Il Cobra originale aveva un cane a rimbalzo con percussore imperniato sul cane medesimo, una soluzione oggi non più adottabile, a meno di non voler investire miliardi di dollari in cause civili.
Colt, dunque, ha seguito la tendenza generale dotando il suo revolver di una super-sicura meccanica con transfer bar e percussore a grano riportato nel fusto. In posizione di riposo il cane appoggia contro il telaio grazie alla propria propaggine superiore sporgente che però non gli permette di toccare il percussore (non è dunque più necessario portare la prima camera vuota come avveniva un tempo).
Solo la pressione volontaria sul grilletto solleva una leva (la transfer bar appunto) che trasmette l’urto del cane al percussore, causando lo sparo. Quando il grilletto viene rilasciato, la leva si abbassa nuovamente, rimettendo in sicurezza il revolver. Con questo sistema, l’arma anche in caso di caduta e urto di grande entità non può sparare accidentalmente.
Sempre in fatto di sicurezza gioca un ruolo centrale il puntone che blocca il tamburo in chiusura vincolando il centro della stella di espulsione: le sue dimensioni abbondanti rendono inutile la presenza di un secondo punto di chiusura (Colt lo ha mai previsto sui propri revolver).
Inoltre, il tamburo è trattenuto anche dalla guancia del nottolino di apertura, che contrasta con il profilo laterale della dentiera di rotazione. Come sui Detective special e sui Cobra dell’ultimo periodo di produzione, anche il nuovo Cobra ha la carenatura sotto la canna per l’astina dell’espulsore che ha la testa zigrinata: è una protezione contro i danni fortuiti, oltre a migliorare l’aspetto del revolver.
Mire classiche da difesa
Fisicamente dovremmo parlare di un solo dispositivo: il Cobra infatti dispone del mirino, costituito da un corpo in acciaio che avvolge un inserto in ottone (in Colt lo chiamano mirino “Brass bead”); come optional, il catalogo Colt offre anche un mirino con riferimento al trizio destinato all’impiego notturno.
La tacca di mira, invece, è costituita dalla scanalatura ricavata per fresatura direttamente sul telaio: funziona bene, anche se utilizzata in poligono nel tiro lento mirato (come abbiamo fatto noi per la nostra prova).
Colt Cobra cal. .38 Special
- Produttore: Colt, Hartford, Usa
- Distributore: Bignami, Ora (Bz)
- Modello: Cobra
- Tipo: pistola a rotazione
- Calibro: .38 Special (+P)
- Canna: 2″ (51 mm), sei rigature con passo di 1:14”
- Materiale: acciaio inox con finitura lucida
- Mire: tacca ricavata sul castello, mirino con riferimento in ottone
- Scatto: singola e doppia azione
- Impugnatura: in gomma
- Lunghezza totale: 184 mm
- Spessore: 35,6 mm
- Peso: 701 g
- Classificazione: arma comune (cod. 12_01693)
- Prezzo: 1.419 euro (2.429 euro modello Bright Cobra con finitura a specchio e guancette in legno)
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