Gestire il cinghiale: le attività, i risultati e il contributo dell’ATC Chietino–Lancianese

Atc Chietino-Lancianese

cinghiale

Le attività, i risultati e il contributo dell’ATC Chietino – Lancianese nella gestione venatoria del cinghiale. Da “emergenza” a risorsa per il territorio. 2.447 abbattimenti nel corso della stagione venatoria 2016-2017. Fondamentale il ruolo e il contributo insostituibile delle squadre di caccia in braccata.

Si è svolta Orsogna (Chieti), una conferenza stampa indetta dall’ATC Chietino-Lancianese per presentare le strategie messe in campo e i risultati ottenuti nella gestione del cinghiale.

Hanno relazionato il presidente dell’ATC Corrado Di Nardo e i tecnici faunistici dell’Ambito territoriale di caccia Giovanni Giuliani e Fabio De Marinis.

Atc Chietino-LancianeseIn linea generale con la tendenza nazionale, anche in Abruzzo, negli ultimi anni, si registra un incremento delle popolazioni di cinghiale e una conseguente affermazione del fenomeno dei danni alle attività agro-economiche.

Già dalla stagione venatoria 2014-2015, nell’ATC Chietino-Lancianese notevoli progressi sono stati fatti in merito alla diffusione di una cultura di gestione della specie. Grazie all’adozione di strategie di gestione che valorizzano e responsabilizzano in primis il ruolo e il contributo insostituibile delle squadre di caccia in braccata, grazie alle attività di prevenzione messe in campo e allo svolgimento di numerosi corsi di formazione dei cacciatori, l’ATC Chietino-Lancianese ha segnato un salto di qualità su scala regionale, indirizzandosi verso un miglioramento dei modelli di gestione del cinghiale, fondati su basi tecnico-scientifiche e su di una programmazione a medio termine delle strategie adottate.

Diversi sono stati gli interventi di gestione delle popolazioni di cinghiale messi in atto dall’ATC Chietino-Lancianese per contribuire alla mitigazione degli impatti negativi sulle economie agrarie: caccia collettiva; caccia di selezione; interventi di controllo numerico tramite abbattimenti selettivi; costituzione del servizio di “Pronto Intervento Cinghiale” e del “Gruppo di Emergenza Cinghiale”; prevenzione dei danneggiamenti alle coltivazioni attraverso l’uso di recinzioni elettrificate.

2.447 abbattimenti nel corso dell’ultima stagione venatoria (2016-2017)

La collaborazione continua e costruttiva del Comitato di Gestione dell’ATC Chietino-Lancianese e dei propri tecnici faunistici con i cacciatori e con la Polizia Provinciale ha permesso di raggiungere nell’ultima stagione venatoria (2016-2017) la quota di 2.447 abbattimenti (+ 70% circa rispetto alla precedente stagione venatoria), con numeri da primato su scala regionale:

  • 1.723 cinghiali prelevati dalle squadre in braccata tra ottobre e dicembre 2016;
  • 379 cinghiali prelevati in attività di controllo sotto il coordinamento della Polizia Provinciale soprattutto negli istituti faunistici preclusi alla caccia e nell’area non vocata;
  • 345 cinghiali abbattuti in caccia di selezione nelle zone delle squadre in braccata e nell’area non vocata tra marzo e il 15 giugno.

Il successo inedito su scala regionale raggiunto nella caccia di selezione, con una media di circa 5 cinghiali abbattuti al giorno in poco più di 3 mesi concessi da calendario regionale, è testimonianza del positivo livello di organizzazione messo in campo dall’ATC che oggi, imprescindibilmente, deve contare sulla collaborazione delle squadre di caccia, alle quali cui va riconosciuto un ruolo di primo piano e l’assunzione di responsabilità nella gestione della specie nei territori loro assegnati in un rapporto di diritti e doveri.

In quest’ottica deve essere interpretato anche lo sforzo economico di cui l’ATC Chietino-Lancianese si è fatto carico (già dal 2015) per il pagamento alle squadre di caccia delle analisi trichinoscopiche che, caso “tutto abruzzese”, costano € 7,75 per singolo campione consegnato e comportano enormi difficoltà di consegna dei campioni presso i pochi centri di raccolta, spesso molto distanti dalle zone di caccia assegnate e che effettuano servizio solo in determinati giorni e in orari limitati. Tale sforzo economico assunto dall’ATC Chietino-Lancianese, oltre a ridurre i rischi biosanitari per la popolazione umana, ha permesso, sia di rafforzare un rapporto collaborativo con i cacciatori di cinghiale, sia avere un’oggettiva cognizione degli abbattimenti di cinghiale realizzati, aumentando così l’efficienza delle scelte gestionali sulla specie.

L’Atc ritiene urgente che la Regione si allinei ad altre più virtuose in cui le analisi trichinoscopiche sono più efficienti e anche gratuite (Emilia-Romagna) o molto meno onerose (Marche).

Sensibile riduzione delle domande di risarcimento per danni da cinghiale

Un primo risultato parziale delle attività messe in campo dall’ATC Chietino-Lancianese nella gestione del cinghiale è testimoniato già da una sensibile diminuzione (10% circa) sia degli importi richiesti per danni da cinghiale alle economie agrarie (differenza tra 2014 e 2015), sia delle domande di risarcimento (differenza tra 2015 e 2016). Va, tuttavia, evidenziato che per i risultati raggiunti e per quanto messo in essere negli ultimi anni l’ATC Chietino-Lancianese ha potuto contare solo sulle esigue economie di cui dispone. Le Regione Abruzzo, infatti, e la Provincia di Chieti, relativamente agli anni 2015 e 2016, sono ancora ad oggi insolventi del ristorno economico delle tasse di concessione venatoria regionale e dei contributi per la gestione degli istituti faunistici e per la prevenzione dei danni da cinghiale previsti per legge. La mancata riscossione di dette economie impedisce di migliorare quanto già fatto nella gestione del cinghiale e creerà, se non risolta nei prossimi mesi, enormi difficoltà nel contenimento dei danni da cinghiale e delle sue popolazioni.

Non sono solo i fondi economici per gli ATC regionali a mancare in Abruzzo. Nel corso della conferenza è stato sottolineato che tanto altro andrebbe prontamente risolto dall’Amministrazione regionale. Il redigendo Piano faunistico-venatorio regionale è solo un tassello nell’urgente attività di riqualificazione degli strumenti di pianificazione e normativi che la Regione deve affrontare. In tal senso, la revisione e l’aggiornamento della L.R. 28 gennaio 2004, n. 10 (Legge regionale per l’esercizio dell’attività venatoria), l’armonizzazione del Regolamento regionale con in contenuti del Piano faunistico regionale e la collaborazione con le aree protette nazionali e regionali attraverso un “patto comune per la gestione del cinghiale in Abruzzo”, appaiono fondamentali per permettere alla nostra regione di mettersi al passo con le realtà nazionali più virtuose e che hanno affrontato tali riforme già da molti anni.

Cinghiale: da emergenza sociale e politica a opportunità economica

Gli sforzi degli ATC abruzzesi più virtuosi e responsabili nella gestione del cinghiale (e l’ATC Chietino-Lancianese rivendica questa definizione) non possono bastare da soli a colmare le lacune della Regione.

Se in Abruzzo si vuole gestire il cinghiale in un rapporto di compatibilità con l’ambiente e le attività agricole e antropiche in genere, serve, oggi, un impegno comune di tutte le componenti sociali interessate alla gestione della fauna selvatica, ma soprattutto un segnale concreto e immediato da parte del Governo regionale.

Nel frattempo, l’ATC Chietino-Lancianese continuerà a guardare alla gestione di questa specie con il senso di responsabilità che lo ha contraddistinto in questi ultimi anni e cercando di raggiungere traguardi ancora migliori. L’ATC crede che in futuro, con l’impegno di tutti, non solo si possano contenere le criticità che la presenza di questa specie determina sui territori, ma che si possa trasformare quella che oggi appare “un’emergenza” sociale, economica e politica, in un’opportunità economica per il territorio abruzzese. Si pensi solo che 2.500 cinghiali abbattuti (quelli dell’ATC Chietino-Lancianese nell’ultimo anno), se rapportati al valore medio di mercato della carne, sono potenzialmente in grado di “muovere” quasi 1.000.000 di euro.