In senso stretto, le armi non si trovano nel programma di nessuna forza politica che si presenta alle elezioni europee 2024.
Un po’ è curioso, visto che l’ultima modifica normativa italiana risale al recepimento di una direttiva comunitaria (a Palazzo Chigi c’era Conte, Salvini all’Interno: era l’epoca del governo gialloverde), un po’ fa riflettere (evidentemente l’argomento è considerato o poco interessante o divisivo anche all’interno del medesimo segmento politico), un po’ è meglio che sia così: se le parole chiave con cui se ne parla sono le solite, e ben note, è bene che le armi, perlomeno nell’accezione non militare, non compaiano nel programma di nessuna delle forze politiche che concorrono per i 76 seggi assegnati all’Italia nelle elezioni europee 2004.
La difesa europea
In senso stretto, al tema infatti nessuno dei partiti e dei movimenti maggiori dedica neppure un rigo. Di armi si discute soltanto nei capitoli incentrati sulla possibile riorganizzazione della difesa europea: Fratelli d’Italia punta a una politica industriale comune, così come Forza Italia, che propone una maggior cooperazione delle forze armate nazionali e l’istituzione di un commissario con una delega specifica; per una difesa europea comune si schierano anche il Partito democratico (è il modo per evitare «un’escalation incontrollata delle spese militari nazionali»), Azione e Stati Uniti d’Europa, che chiede anche maggior peso per la politica estera dell’Unione.
Contraria all’esercito europeo è la Lega, che ritiene che «la sua operatività potrebbe essere condizionata dagli squilibri e dai pesi oggi esistenti tra i Paesi membri, amplificando, e non attenuandone, gli interessi diversi».
Di fatto, all’argomento armi nel concreto più di tutti s’avvicina il Movimento 5 Stelle (e non è un bene: basti pensare che, come Verdi-Sinistra, vuole vietare la caccia in tutta Europa), che chiede sanzioni per chi le vende ai Paesi in conflitto e maggior trasparenza sui finanziamenti bancari («questi investimenti devono essere esclusi dalla definizione di finanza sostenibile») e sulle esportazioni, e sostiene che sia inopportuno destinare fondi europei alle spese militari.
Di armi per uso civile però nessun programma tratta, nello specifico e neppure in astratto. Non è detto che sia un male.
Leggi le news, gli approfondimenti legali e i test di armi e di munizioni sul portale web di Armi Magazine.