Unarmi ricorda come debba comportarsi chi ha l’obbligo di consegnare il certificato medico per la detenzione di armi.
Il certificato medico per la detenzione di armi è obbligatorio dallo scorso autunno. E, passato un anno dal recepimento della nuova Direttiva, è scaduto il tempo per mettersi in regola.
Chi non è in possesso di porto d’armi o licenza di collezione deve aver sanato la propria posizione. Ma, visto che in caso di inadempienza il divieto non è automatico, Unarmi ha rilasciato una nota dettagliata in cui ricorda l’iter preciso. L’associazione si è infatti sentita “in dovere di fare chiarezza per garantire che i diritti dei cittadini siano pienamente rispettati”.
Ci vuole il certificato medico anche per la sola detenzione di armi. Lo possono rilasciare Asl e medici militari, della polizia di Stato e dei vigili del fuoco. In caso di inosservanza dell’obbligo, il detentore ha 60 giorni di tempo dalla ricezione della diffida per regolarizzare la propria posizione. Unarmi ricorda inoltre che le armi di cui si vieta la detenzione “non potranno essere ritirare preventivamente se non nei casi di reale e concreta urgenza”. E in alternativa alla rottamazione è possibile la cessione entro 150 giorni dalla notifica del decreto.
Unarmi consiglia peraltro di farsi rilasciare apposita ricevuta quando si consegna il certificato medico per la detenzione di armi, di conservarne una copia e di inviarne anche una scansione via pec. Secondo quello che un tempo fu il Comitato Direttiva 477, la scadenza appena trascorsa interessa più di tre milioni di cittadini.