Anche in assenza di patologie fisiche o psichiatriche le valutazioni sulla personalità possono rappresentare un ostacolo al rilascio del certificato medico per detenzione di armi.
Anche se cinque valutazioni successive ne attestano l’idoneità psicofisica non può ottenere il nulla osta colui al quale al momento di richiedere il certificato medico per la detenzione di armi siano state diagnosticate «tendenza alla sospettosità, scarso contatto col mondo interno e scarsa capacità di modulare le emozioni intense»; su queste basi si rischiano infatti «slittamento dell’esame di realtà e agiti impulsivi».
Così ha deciso negli scorsi giorni il Tar della Lombardia (sentenza 21/2023) avallando la decisione della questura di Bergamo che due anni fa aveva respinto la richiesta di nulla osta sulla base di un certificato del 2014; allora il collegio medico provinciale aveva scritto che «la scarsa conoscenza del [suo] mondo interno rende il soggetto vulnerabile a sentirsi sopraffatto dalle emozioni quando queste sono intense e non contenibili». Dalla scarsa capacità di modulare e gestire le emozioni deriva «un rischio di agiti impulsivi che potrebbero essere eterodiretti e, con maggiore probabilità, autodiretti».
Anche in assenza di patologie fisiche o psichiatriche, l’uomo «non offre garanzie di non abusare delle armi» che avrebbe ereditato dal fratello morto; alcuni aspetti della sua personalità dimostrano infatti che non sappia «gestire e controllare emozioni intense». Per il Tar il disagio igienico-sanitario rinvenuto nel suo appartamento convalida la percezione.
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