Il premier canadese Justin Trudeau ha scritto ai suoi ministri perché comincino a lavorare al divieto di detenzione di armi d’assalto e pistole. Lo rivela la CBC, il servizio pubblico radiotelevisivo canadese.
Sul divieto di detenzione di armi d’assalto e pistole Justin Trudeau va avanti. Il capo del governo canadese ha scritto a Bill Blair, ministro per la Sicurezza dei confini e la riduzione del crimine organizzato, invitandolo a interfacciarsi col titolare dell’Interno Ralph Goodale. I due devono valutare concretamente la possibile messa al bando totale di pistole e armi d’assalto nel territorio nazionale. Lo rivela la CBC, il servizio pubblico radiotelevisivo canadese. Non verranno messe fuorilegge tutte le armi: rimarranno possibili la detenzione e l’utilizzo di alcune armi da fuoco in alcune circostanze.
Tony Bernardo, direttore esecutivo della Canadian Shooting Sports Association, ritiene che ormai il governo abbia svelato le proprie carte. Il mandato ai ministri è infatti ben indicativo delle intenzioni di Trudeau. Ma secondo Bernardo la messa al bando di pistole e armi d’assalto rappresenterebbe una via di mezzo tra un suicidio politico e «una roulette russa» per i liberal al governo. Quando peraltro manca solo un anno alle elezioni federali del 2019. «Desta sconcerto», commenta infine Bernardo, «che un governo bagnato dal successo elettorale si contrapponga a due milioni di cittadini rispettosi della legge, che non hanno fatto niente di male, e che pensi a misure punitive nei loro confronti».