Beretta 486 Parallelo cal. 28,il piccolo parallelo

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La bascula round body permette di contenere le dimensioni complessive e di smussare (letteralmente) gli angoli; essendo poi proporzionata al calibro, le dimensioni complessive sono estremamente contenute

La Beretta 486 Parallelo cal. 28 rappresenta la logica evoluzione di completamento della gamma 486, la doppietta che ha riportato Beretta a competere nel settore delle armi classiche per eccellenza

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La bascula round body permette di contenere le dimensioni complessive e di smussare (letteralmente) gli angoli; essendo poi proporzionata al calibro, le dimensioni complessive sono estremamente contenute

Quando Beretta presentò al pubblico la doppietta (anzi, il Parallelo) 486, apparve evidente ai più che questa linea piuttosto indovinata del fucile ben si sarebbe sposata con la riduzione dei calibri a disposizione. Un downsizing che, oltre a completare l’offerta venatoria, sembra anche andare incontro alle esigenze del mercato. In effetti il sottoscritto ben si ricorda le numerose fucilate esplose con il calibro maggiore e ben si ricorda di essere rimasto favorevolmente impressionato anche dal calibro 20. Adesso impugno la Beretta 486 Parallelo cal. 28, un vero e proprio gioiellino da portare efficacemente sul campo durante le vostre uscite venatorie, nei boschi e… fuori dai boschi!

Primo contatto

Ricordo brevemente che il nome 486 Parallelo è riconducibile agli anni trascorsi dalla data ufficiale di nascita dell’azienda (1526, anno del primo documento ufficiale) sino al 2012, anno di progettazione dell’arma. Il design appare subìto un punto forte di questa doppietta, ideata, progettata e sviluppata in seno all’azienda valtrumplina per poi essere costruita grazie alla collaborazione di un partner commerciale formidabile, la Fausti.

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Il 486 Parallelo gioca la sua prima carta vincente con l’estetica: alla linea filante propria della doppietta, Beretta ha saputo coniugare le sue innovazioni tecnologiche. Nella foto è rappresentato un calibro 12

La linea è quella classica della doppietta, ma questo Beretta 486 Parallelo cal. 28 è ancora più bello: merito indubbiamente del calibro ridotto, che ha consentito di adeguare volumi e dimensioni verso il basso. La riduzione complessiva di pesi e misure, in una piccola bascula proporzionata al calibro, ha consentito di snellire l’arma, che adesso appare veramente filante. L’esemplare in esame era dotato del calcio all’inglese con astina all’inglese, soluzione che mi sento di raccomandare caldamente per le ottime proporzioni complessive. La scelta di adottare una bascula del tipo round body fa sì che, prendendo in mano l’arma, si possa apprezzarne la compattezza e la morbidezza delle forme. Piuttosto piacevole e non banale neanche la soluzione adottata (ovviamente identica per tutti i calibri) da Beretta per il raccordo della porzione lignea con quella metallica; il legno si “protrae” in avanti, quasi a spingere indietro e comprimere il metallo, con una linea curva e sinuosa.

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Pur senza grandi stravolgimenti, la linea del 486 Parallelo appare riuscita: molto gradevole il raccordo fra la parte lignea e quella metallica

Ottimo anche il risultato raggiunto nell’incassatura; pur se stiamo trattando un prodotto industriale, non notiamo né “aria”, né legno che cresce in modo esagerato, a dimostrazione di un’accuratezza necessaria se si vuole raggiungere un risultato estetico non banale. La bascula risulta incisa, successivamente temprata e cromata per un miglior risultato estetico. Naturalmente, per esigenze di riduzione e/o contenimento dei costi, tale incisione è eseguita al laser, ma è assolutamente gradevole: notiamo infatti dei riccioli di inglesina rose and scroll che richiamano il gusto classico. Il nome del modello, quasi in punta di piedi assieme al simbolo aziendale (le tre frecce), compare sul petto di bascula.

Legni e calciatura

Proseguendo l’esame estetico, notiamo come le piccole mammelle sporgano elegantemente in rapporto all’esile impugnatura. Come i calibri maggiori, anche il Beretta 486 Parallelo cal. 28 è scevro dall’antiestetico cordoncino di saldatura del monobloc alle canne.

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L’incisione è eseguita al laser e non risulta né “invasiva” né tantomeno “dozzinale”. Il nome del modello e il simbolo aziendale compaiono sul petto di bascula

Beretta è ricorsa al sistema denominato Triblock, che va a indicare un piano dei ramponi saldato alle canne, in modo da avere le canne cosìddette integrali; anche se non siamo in presenza di un vero e proprio accoppiamento a demibloc (il sistema originario e immensamente più complicato e costoso prevede ogni canna con il proprio rampone saldata alla contro laterale), la soluzione adottata da Beretta è piacevole e nobilita l’arma. Azzeccata la scelta di lasciare con finitura argento vecchio tutta la minuteria, anziché brunirla; direi che ne ha guadagnato il look, più giovane e sportivo. La doppietta in prova era dotata del monogrilletto selettivo (preferisco il bigrillo, anche se mi rendo conto che in tanti non sono d’accordo con me…). Il comando per l’inversione dei cani trova posto nel consueto cursore della sicura, sulla codetta di bascula. La canna che spara per prima è evidenziata dalla presenza di uno o due pallini rossi; il tutto appare correttamente dimensionato. Buona la manovrabilità della chiave di apertura, la cui palmetta “cade” naturalmente sotto il pollice. A essere proprio pignoli, rimpicciolirei la chiave nel suo complesso (non la palmetta), in quanto tende a riempire quasi completamente la codetta di bascula, ma siamo veramente ai dettagli. Bello il ponticello e ottimamente conformata la pala del monogrilletto. Sempre estremamente piacevole la guardia lunga che si protrae sulla calciatura. La calciatura è realizzata con legno di noce altamente selezionato per colore, grana e orientamento delle venature, con un risultato finale degno di nota che ben si addice al piacere edonistico che prova colui che impugna la doppietta. Beretta definisce di grado 2,5 “alto” il suo noce, finito a olio.

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La doppietta in esame era equipaggiata con un monogrilletto selettivo, scelta condivisa da molti cacciatori; tutti i comandi sono a portata di mano (dito) e facili da azionare. Opportunamente la minuteria è finita argento vecchio come la bascula, per un look che “ringiovanisce” e rende moderna l’arma classica per eccellenza

L’astina è all’inglese, filante e correttamente rastremata verso la parte apicale. Forse soltanto chi prevede di sparare decine di cartucce in rapida successione potrebbe rimpiangere un’astina a coda di castoro; pur tuttavia, io che l’ho provata e in modo serrato sul campo di tiro, non ho accusato particolari problemi. Il bocchetto, lievemente inciso nella sua parte apicale, incorpora anche il meccanismo di sgancio dell’astina affidato a un sistema a pompa con bottone piccolo e facilmente azionabile. La piega settata di fabbrica risulta 37/59 mm, mentre la lunghezza complessiva del calcio risulta essere di 369 mm. Il calcio termina con un calciolo in legno da 9 mm fissato con due viti Phillips, zigrinato per l’appoggio alla spalla del cacciatore.

Bella la calciatura; un noce dalle buone venature, dalla bella pasta e di grado sufficientemente elevato (Beretta lo definisce 2,5 “alto”) per un fucile che non deve dormire in rastrelliera, ma sfidare boschi e prati alla ricerca dei selvatici. Il calciolo è in legno, da 9 mm; appare zigrinato (più grossolanamente, in quanto è la superficie di appoggio sulla spalla del cacciatore) e fissato al calcio da due viti a croce
Bella la calciatura; un noce dalle buone venature, dalla bella pasta e di grado sufficientemente elevato (Beretta lo definisce 2,5 “alto”) per un fucile che non deve dormire in rastrelliera, ma sfidare boschi e prati alla ricerca dei selvatici. Il calciolo è in legno, da 9 mm; appare zigrinato (più grossolanamente, in quanto è la superficie di appoggio sulla spalla del cacciatore) e fissato al calcio da due viti a croce

Lo zigrino su impugnatura all’inglese e astina è laserato a passo 1 mm, ma ben fatto; le cuspidi sembrano grippanti il giusto senza risultare fastidiose. Nell’astina è presente un sistema per mantenere il tiraggio costante e l’astina sempre a stretto contatto con le canne. Il 486 Parallelo viene ottimizzato nel suo bilanciamento grazie ad alcuni interventi manuali che valorizzano ancor più un oggetto evergreen quale la doppietta.

 La meccanica

Il 486 Parallelo in calibro 28 è una classica doppietta tipo Anson & Deeley, con chiusura duplice Purdey, a ramponi non passanti; entrambi lavorano bene nelle rispettive sedi di chiusura, segno di un’accurata ramponatura. Le batterie sono montate direttamente sul sottoguardia (cosa che consente, in caso di necessità, una facile estrazione e pulizia) e sono equipaggiate con robuste molle a “V”; inoltre il percussore, dopo lo sparo, rientra in sede e non rimane esposto. L’estrazione è automatica – con estrattori a grande sviluppo – ma smontando l’astina si può commutare in manuale, altrimenti definita ecologica, per impedire ai bossoli spenti di essere proiettati lontano. Il peso di scatto della prima canna è settato sui 2,3 kg, mentre la seconda sui 2,4 kg.

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Il 486 Parallelo calibro 28 in apertura; ottime le proporzioni del fucile che – nelle mani giuste – saprà regalare diverse soddisfazioni agli appassionati. In evidenza i grandi estrattori

Le canne si presentano con una bella brunitura intensa, sono lunghe 71 cm, posseggono camera di scoppio di 70 mm (ovviamente) e sono cromate internamente. I tubi sono costruiti in acciaio Excelsior Hsa (High Strenght Alloy) sottoposto a trattamento Steelium (foratura profonda dei tubi, martellatura a freddo e distensione sottovuoto); prendono il nome di Optimabore Hp (High Performance), accoppiate agli strozzatori Optima Choke Hp. Molto bello il bindellino sottile, concavo e liscio (tipo St. Etienne); ha un andamento conico, con partenza da 8 mm e arrivo a 5,5. Il mirino terminale è sferico, in alpacca: sia per la bindella, sia per il mirino, concordo con la scelta di Beretta di rimanere sul classico.

 

 

 

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Le tre porzioni dell’arma smontata; al centro, sull’astina, è possibile osservare il nottolino che serve per commutare l’estrazione da automatica a manuale e viceversa

La sicura gravitazionale

Una caratteristica interessante, comune a tutti i calibri del 486 Parallelo, è la sicura gravitazionale: in due parole, una sicurezza aggiuntiva sulla quale si sono spesi (talvolta male) fiumi di parole. Provo a spiegarvi il perché. A mio modesto modo di vedere, ogni accorgimento tecnico volto a migliorare la sicurezza nel maneggio delle armi appare meritevole di alta considerazione, senza se e senza ma. Il 486 Parallelo non spara a fucile completamente rovesciato (con il ponticello in alto) o quando è completamente puntato in verticale verso il basso, questo indipendentemente dal fatto che il comando a slitta della sicura manuale sia azionato o meno. Le obiezioni di qualcuno sono oramai risapute (in questo modo, se io sparo verso il basso o verso un uccello che transita sopra la mia testa, il fucile non spara) e altrettanto erronee; ho avuto la possibilità di sparare (a lungo) con tutti e tre i calibri, ma vi posso assicurare che le due situazioni testé descritte sono di pericolo e non di atteggiamento venatorio. Il fucile rovesciato e appoggiato sulle spalle è (purtroppo) una colpevole prassi comune, anche se dietro di noi vi sono altre persone. Provate a immaginare se dovesse partire un colpo… E ancora: se il fucile è puntato in basso con una posizione quasi del tutto verticale, suddetta posizione potrebbe essere pericolosa per i nostri arti inferiori o per quelli di chi ci sta vicino. Quindi, se il 486 Parallelo, grazie alla sicura gravitazionale, non spara in queste due situazioni, bene così. Il blocco dello sparo avviene grazie a un dispositivo posto sopra la pala del grilletto che si interpone fra la pala stessa e il sottoguardia (con una corsa di circa 5 mm) quando il fucile si trova nelle condizioni descritte, non permettendo l’arretramento del grilletto. A onor del vero, l’unico dubbio l’ho avuto un paio di anni fa, dovendo sparare a piattelli che simulavano un drive di fagiani di alto volo: ebbene, anche con il 486 Parallelo completamente in verticale… che soddisfazioni di tiro!

 

di Simone Bertini

Beretta 486 Parallelo cal. 28

Produttore: Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, tel. 030 8341.1, www.beretta.com

Modello: 486 Parallelo

Calibro: 28
amera di cartuccia: 70 mm (2 e ¾”)
Tipologia d’arma: doppietta da caccia
Sistema di chiusura: duplice Purdey
Bascula: tipo round body in acciaio speciale trilegato, cementato e temprato e finita color argento vecchio
Finitura/incisione: incisione laserata della ditta Decor, con riccioli di inglesina
Canna: Optima Bore HP in acciaio HSA, tecnologia Steelium; foratura profonda, martellatura a freddo, distensione sottovuoto. Canne internamente cromate
Lunghezza canna: 66 – 71 (esemplare in prova) cm
Strozzatori: Optima Choke HP
Estrazione: automatica o manuale previa commutazione
Bindella: 8×5,5 mm conica tipo St. Etienne, liscia
Grilletto: monogrilletto selettivo
Mirino: sferico in alpacca
Sicura: a slitta sulla coda di bascula, con selettore di canna
Calciatura: calcio all’inglese in noce selezionato (grado 2.5 “alto”), astina all’inglese con sgancio a pompa, finitura ad olio. In alternativa, calcio a pistola con astina a coda di castoro. Calciolo in legno da 9 mm
Peso (appross.): 2,75 kg