Sono stati arrestati due pompieri, un militare e un impiegato civile del Centro rifornimento e mantenimento di Padova che procuravano armi a un’organizzazione criminale sarda.
Sottraevano le armi al Centro rifornimenti e mantenimento di Padova e le cedevano a un’organizzazione criminale sarda. E alla fine due vigili del fuoco, un militare e un dipendente della Difesa sono finiti in manette dopo un’operazione delle forze dell’ordine. Le armi sequestrate sono più di seicento. Nella motivazione della misura di custodia del gip di Cagliari si legge che i quattro ricoprivano “il ruolo di abituali fornitori di un rilevante numero di armi da sparo, comuni e da guerra, tra le quali pistole semiautomatiche, fucili mitragliatori, Galil di produzione israeliana”.
Il Corriere del Veneto ricostruisce la vicenda. Il militare e l’impiegato addetto alla distruzione delle armi le facevano sparire dal Centro patavino. Uno dei due vigili del fuoco, perito balistico, le riassemblava e provvedeva a clandestinizzarle. Il figlio, pompiere a chiamata, fungeva da corriere per il boss dell’organizzazione criminale. E le armi servivano per pianificare rapine ai portavalori, estorsioni e traffico di droga. Non solo in Sardegna, ma anche in Veneto e nel nord Italia.