Su Panorama n.21 Marcello Veneziani propone una lettura inedita del rapporto tra diffusione delle armi e stragi in America.
«Il male non è l’arma in casa ma il tarlo in testa di chi la usa»: si chiude così l’editoriale di Marcello Veneziani («Il demone che ispira le stragi insensate») che per Panorama n.21 propone un’analisi inedita del rapporto tra diffusione delle armi e stragi in America.
La tesi di fondo è che anche proibendo o limitando fortemente «l’abuso di armi» non si riuscirebbe a contenere la violenza insista nella società americana, «problema più radicale e purtroppo di più difficile soluzione».
Più che la diffusione delle armi per Veneziani sono quattro i fattori che spiegano le stragi: la sintesi tra «predisposizione sociale alla guerra e alla violenza come soluzione di ogni difficoltà» e «matrice individualista» d’un Paese che si sente «sceriffo del pianeta, arbitro e gendarme del mondo»; la composizione multietnica della società americana, nella quale prevale la diffidenza e comunicare è complicatissimo; la solitudine e lo sradicamento tipici della contemporaneità; una configurazione «in cui l’artificiale e il virtuale prendono sempre più il posto del naturale e del reale» e si perdono i confini tra il vero e il falso.
L’analisi di Veneziani riflette ovviamente le sue posizioni fieramente conservatrici; in questa sede ci interessa soprattutto per dimostrare che si può cercare di spiegare come mai le mass shooting siano tipiche del contesto americano senza banalizzarle schiacciandosi sull’eccessiva diffusione delle armi.
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