Armi e guida in stato d’ebbrezza: la situazione

Armi e guida in stato d’ebbrezza: uomo tenuto lontano da chiavi della macchina, sullo sfondo bottiglia di whisky
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Rischia il porto d’armi chi guida in stato d’ebbrezza?

La sentenza 3583/2023 del Tar del Lazio rappresenta l’occasione per analizzare la relazione tra porto d’armi e guida in stato di ebbrezza, le sanzioni per la quale dipendono principalmente dal livello del tasso alcolemico.

  • Tasso inferiore a 0,5 g/l: nessuna sanzione; questa rappresenta la cosiddetta soglia di tolleranza, che in alcuni Paesi (fate attenzione se guidate all’estero) non esiste;
  • tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8 g/l: sanzione amministrativa pecuniaria da 543 a 2.170 euro, sospensione della patente tra tre e sei mesi; solo nella prima fascia sanzionatoria la guida in stato di ebbrezza non è un reato, ma solo un illecito amministrativo;
  • tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 g/l: ammenda da 800 a 3.200 euro, arresto fino a sei mesi, sospensione della patente di guida da sei mesi a un anno;
  • tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l: ammenda da 1.500 a 6.000 euro, arresto da sei mesi a un anno, sospensione della patente di guida da uno a due anni, sequestro preventivo del veicolo e sua confisca. Nel caso in cui il veicolo appartenga a persona estranea al reato, la durata della sospensione viene raddoppiata. La patente è inoltre oggetto di revoca nel caso in cui vi sia una condizione di recidiva nel biennio.

Come muoversi?

Possono le questure negare il rinnovo del porto d’armi o il suo primo rilascio basandosi su precedenti di questo tipo? Spesso ci provano, raramente ci riescono; a meno che non ci sia una palese recidiva o non sia accertata la dipendenza da alcool. In questi ultimi casi è un bene che tali soggetti non possano avere a disposizione armi e munizioni. Prima o poi ci si dovrà (pre)occupare anche di chi beve allegramente ed esercita l’attività venatoria. Con questo non voglio dire che tutti i cacciatori amano bere a sproposito; solo che i pochi che lo fanno rappresentano un pericolo per tutti gli altri (oltre che per sé stessi).

Nei casi standard di preavviso di diniego (il 99% sul totale) una tempestiva difesa contro le testi delle questure, producendo ogni tipo di referto che escluda l’abuso protratto nel tempo di bevande alcooliche, si dimostra utile. Non è normale che il contenzioso arrivi al Tar; di solito si risolve prima.

In quei casi ove c’è il reato (come quello riportato dalla sentenza in commento) risulta utile dimostrare l’avvenuta estinzione del reato mediante il ricorso ai molteplici benefici che oggi le leggi penali consentono; è tipico esempio l’istituto di messa alla prova con lavori di pubblica utilità concluso in modo favorevole.

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