Ilaria Cucchi chiede al governo d’attivare con urgenza l’anagrafe digitale dei possessori di armi e incrociarla col database del ministero della Salute.
Per attuare la legislazione europea la normativa italiana prevede che presso il Dipartimento di pubblica sicurezza sia istituita una sorta di anagrafe digitale dei possessori di armi, utile per tracciare le armi e le munizioni immesse sul mercato nazionale finché non siano state disattivate o demolite; per farlo è però necessario un decreto del ministero dell’Interno che ancora non l’ha adottato.
Pertanto Ilaria Cucchi, senatrice di Verdi-Sinistra italiana, ha presentato un’interrogazione (è la 4-00480) per chiedere al governo d’intervenire; il suo obiettivo è favorire lo scambio d’informazioni e il coordinamento tra le strutture sanitarie e le autorità di pubblica sicurezza, che così potrebbero «intervenire tempestivamente per sequestrare l’arma» a «soggetti affetti da disturbi mentali, di personalità o comportamentali». Se questo passaggio è condivisibile, più problematico è vedere il sistema informatico come «un formidabile strumento di prevenzione degli episodi delittuosi che le cronache riportano quasi giornalmente»; si sa che in questo campo tra la prevenzione e l’arbitrio il confine è sottile.
In ogni caso Ilaria Cucchi chiede a Matteo Piantedosi e Orazio Schillaci, ministri dell’Interno e della Salute, di attivare rapidamente l’anagrafe digitale. Ritiene infatti urgente ottimizzare lo scambio d’informazioni «tra le aziende sanitarie locali e la banca dati del ministero dell’Interno»; in questo modo si possono «limitare usi distorti delle licenze di porto delle armi da parte di soggetti affetti da malattie mentali o disturbi psichici».
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