L’editoriale del direttore de Il Giornale ripartisce il peso delle responsabilità tra chi si difende, chi commette reati e chi dovrebbe prevenirli.
“Primo non rubare”. È il titolo dell’editoriale di Alessandro Sallusti comparso su Il Giornale dopo il fatto di cronaca di Latina. Sin dall’incipit Sallusti dà la linea del quotidiano che dirige: “non invertiamo l’ordine dei problemi. La minaccia per la società sono i ladri, non quelli che sparano ai ladri, che semmai sono una minaccia solo per i ladri stessi”. Il giornalista non capisce come i magistrati possano riuscire a “valutare lo stato di necessità”, discriminante tra omicidio volontario e legittima difesa, o eccesso colposo di legittima difesa, “che percepisce un uomo che si trova in casa sua di fronte a tre delinquenti”.
La posizione del direttore de Il Giornale è chiara. “Non importa che cosa spinga un uomo a sparare contro chi vìola la sua casa. Che sia per paura, panico, rabbia o imperizia, il punto centrale deve restare uno solo: primo, non si ruba. Sul secondo punto, che in assenza del primo neppure esisterebbe, cioè sulle conseguenze anche tragiche di un furto, se ne può parlare, ma nessuna discussione può portare a confondere i giudizi su chi, in vicende di questo tipo, è il bravo e chi il cattivo”.
E secondo Sallusti lo Stato ha le proprie colpe nella gestione della sicurezza che attanaglia tante parti del Paese. L’editoriale si chiude infatti con due domande retoriche: “ha fatto bene l’avvocato a difendersi da solo? Direi di sì. Ha ecceduto? Può essere, ma semmai parliamo di un eccesso di legittima difesa per colmare l’eccesso di abbandono dei cittadini e l’eccesso di comprensione per i criminali”.