In tre mesi la petizione che impedisce di finanziare i produttori di armi con soldi pubblici ha già raccolto 50.000 firme.
Oltre il giro di boa. Nel giro di tre mesi la petizione che vieta di finanziare i produttori di armi con soldi provenienti dalla Banca nazionale svizzera e dalle casse pensione ha raccolto più di 50.000 delle 100.000 firme necessarie. Il testo prende spunto da un’azione dimostrativa dell’attivista ottantaseienne Louise Schneider che nello scorso aprile imbrattò il muro della Banca nazionale svizzera con la scritta “I soldi per le armi uccidono“. Per raccogliere le 100.000 firme contro i produttori di armi necessarie per presentare la petizione, i promotori, ossia il Gruppo per una Svizzera senza esercito e i Giovani Verdi, hanno tempo fino all’ottobre del 2018.