Niente porto d’armi per un cittadino di Civitavecchia che fu accoltellato dal fratello.
Un episodio di lesioni scaturite da un diverbio con il fratello è motivo sufficiente per dire addio al porto d’armi. Anche se le lesioni sono subìte. È il senso della sentenza 8688 del Tar del Lazio che ha dato ragione alla questura confermando la revoca del porto d’armi di un cittadino di Civitavecchia che nel 2008 fu accoltellato dal fratello. E a leggere le motivazioni della sentenza e a incrociare un po’ di numeri si capisce come sia ben definito il motivo della revoca. Non c’entra niente una sentenza di condanna per ricettazione datata 1987, a cui peraltro ha fatto seguito la riabilitazione: dopo quella data il porto d’armi era stato regolarmente rinnovato. Ma “il potere riconosciuto al questore in materia di armi è connotato da elevata discrezionalità, in considerazione dei rischi di commissione di illeciti connessi al possesso delle stesse”. E per precauzione dunque niente porto d’armi.