L’amministrazione di Roma ha messo in vendita 123 armi tra pistole, fucili e carabine e 3 lanciasiringhe.
Che cosa sia rimasto delle Province ancora non è chiaro. Però si comincia a capire che cosa non sia rimasto. Quantomeno della Città metropolitana che fa capo a Roma. Il sindaco Virginia Raggi ha firmato un decreto che mette all’asta le armi della polizia provinciale: saranno vendute all’incanto 105 pistole, 15 fucili, 3 carabine e 3 lanciarisiringhe. Troppe le armi rispetto ai 160 uomini e donne rimasti nei ranghi della polizia provinciale di Roma con la qualifica di agenti di pubblica sicurezza. E così, oltre alle carabine e alle sparasiringhe, saranno vendute le pistole Beretta 98 FS e i fucili Benelli M1Super 90 e M3Super 90 a pompa. All’asta potranno partecipare soltanto le armerie autorizzate.
Il commento di Virginia Raggi
«Qualcuno vorrebbe far passare per morta la Città metropolitana di Roma Capitale, ma deve rassegnarsi». Le agenzie riportano la riposta di Virginia Raggi alle critiche comparse su alcune testate dopo la notizia di vendere all’asta le armi della polizia locale. «È un iter imposto dalla legge», chiarisce la prima cittadina della Capitale, «ormai si usano davvero tutti i metodi per cercare di screditare il nostro operato. La Polizia metropolitana non può detenere armi in più rispetto al proprio organico. Per questo, come avviene per le auto blu o altro bene mobile degli enti locali, le ricollochiamo sul mercato con un ritorno economico per l’Ente che le ha vendute. I proventi andranno a implementare il capitolo di bilancio sulla sicurezza e per la prevenzione sia stradale sia ambientale, compiti per i quali la Polizia metropolitana è da sempre è in prima linea».