Fu denunciato dall’ex moglie ma senza conseguenze giudiziarie; il Tar dà ragione alla prefettura e gli nega il porto d’armi.
Una denuncia per lesioni e minacce gravi nei confronti dell’ex coniuge è motivo sufficiente per vedersi negato il porto d’armi. Anche se la vicenda non ha avuto alcuno sviluppo in sede giudiziaria. Con una serie di sentenze a pioggia il Tar del Lazio sta continuando a delimitare (o forse sarebbe meglio dire restringere?) il perimetro all’interno del quale sia lecita la concessione del porto d’armi. In questo caso a farne le spese è un cittadino romano che nel 2008 si era visto negare il rinnovo della licenza sportiva dopo esser stato denunciato dall’ex moglie.
Il tribunale amministrativo non riporta gli estremi o i contenuti delle sentenze dei giudici ordinari, ma si limita a notare che, anche se la denuncia non ha portato a sviluppi concreti, l’amministrazione abbia potuto trarre “elementi di valutazione dalle risultanze emerse nel corso del procedimento”. E che “non occorre accertare se la condotta del ricorrente abbia avuto un rilievo penale”. Rientra nel potere discrezionale del prefetto negare il rinnovo del porto d’armi dopo una valutazione “della capacità di abusare delle armi”. E la semplice sospensione del titolo è stata considerata insufficiente.