Secondo le prime ricostruzioni Adan Lofti Djaziri, l’attentatore degli Champs-Elysées, era titolare di porto d’armi sportivo valido fino al 2020.
Di per sé non vuol dire niente se non che l’intelligence francese ha lasciato aperto perlomeno un altro varco. Ma si sicuro la notizia che Adan Lofti Djaziri, il trentunenne che si è schiantato volontariamente con la sua Renault Megane contro un furgone della gendarmeria nei pressi degli Champs-Elysées, fosse titolare di regolare porto d’armi farà ampiamente discutere.
Ed è tutt’altro che scontato che le istituzioni nazionali e comunitarie mettano in evidenza che, nonostante la licenza e il possesso di tre fucili, l’uomo non abbia direttamente usato armi per l’attentato. Attenzione anzi ai tentativi di sottolineare il legame tra porto d’armi e attentato terroristico. Quando evidentemente si tratta di un problema di burocrazia. Secondo quanto riporta l’Ansa che cita la BFM-TV, Adan Lofti Djaziri era titolare di porto d’armi sportivo valido fino al 2020.
«Nell’auto c’erano diverse armi ed esplosivi che avrebbero dovuto far saltare in aria il veicolo», ha commentato il ministro dell’Interno Gérard Collomb. Le Parisien parla di due bombole a gas, due pistole automatiche e due kalashnikov. Nella traduzione dell’Ansa il ministro conferma «la minaccia estremamente elevata» e la necessità di varare la legge antiterrorismo promessa dal neopresidente Emmanuel Macron.