Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato un emendamento a firma Sergio Berlato che permette di accedere armati ai luoghi pubblici regionali. Ospedali compresi.
Se tutto va in porto, sarà possibile accedere armati ai luoghi pubblici regionali. Almeno in Veneto, e chiaramente a chi è in possesso del porto d’armi per difesa personale. Il Consiglio regionale ha infatti approvato il primo articolo del nuovo regolamento d’accesso così modificato dall’emendamento a firma Sergio Berlato. È del capogruppo di Fratelli d’Italia, presidente della Terza Commissione consiliare, la proposta di non vietare l’introduzione di armi negli ospedali e poi anche in scuole, uffici Ater (azienda territoriale per l’edilizia residenziale), distretti sanitari, enti e in alcuni palazzi della politica.
La Nuova di Venezia riporta i commenti critici delle opposizioni. Andrea Zanoni (Partito Democratico) chiede provocatoriamente se «dovremo invitare i cittadini a recarsi in ospedale con il giubbotto antiproiettile». E poi contesta la guida politica della Regione, sostenendo che «non è possibile che la maggioranza a trazione leghista sia sempre succube di Berlato che, da una posizione assolutamente minoritaria, continua a fare il bello e il cattivo tempo sui temi legati all’uso delle armi». Contrari anche Mdp («Anziché ricorrere alla prevenzione attraverso i metal detector, si vuole consentire l’accesso a gente armata», afferma Piero Ruzzante) e Movimento 5 Stelle.
Ma Berlato si dice sorpreso dalle polemiche e ribadisce che la concessione del porto d’armi richiede delle verifiche psicofisiche stringenti. E poi «se l’obiettivo è tutelare l’incolumità, questa può essere minacciata ovunque. Anche in ospedale. Perciò va difesa sempre e dovunque».
Il Consiglio continua a discutere il nuovo regolamento e si deve attendere l’approvazione finale per un saldo complessivo. Ma al momento l’articolo 1 è di fatto in banca.