Il Consiglio di Stato ha confermato la revoca cautelare del porto d’armi a un cittadino ravennate la cui abitazione era frequentata da un pluripregiudicato.
Un uomo, due donne, un pregiudicato e una pistola sul comodino. Potrebbe sembrare il canovaccio di un dramma teatrale o di un film noir, ma in realtà è la sintesi della situazione che ha portato alla revoca cautelare del porto d’armi di un cittadino ravennate. Il Consiglio di Stato ha confermato dunque la decisione di prefetto e questore vidimata del Tar dell’Emilia Romagna.
Durante un controllo nell’appartamento dell’uomo i carabinieri avevano trovato una sua pistola appoggiata su un comodino. E soprattutto hanno scoperto che in un’altra stanza è risultato abitare “un soggetto pluripregiudicato di nazionalità rumena”. La cui presenza nell’appartamento, “indipendentemente della natura occasionale o abituale”, è facilmente dimostrabile “per il rinvenimento di effetti personali”.
L’indubbia frequentazione “di persone certamente connotate da condotta censurabile connota in senso negativo la valutazione dell’affidabilità dell’uomo”. E considerato che in fase cautelare la sicurezza pubblica è di fatto prioritaria sui diritti del cittadino, il Consiglio di Stato ha stabilito che, in attesa del nuovo giudizio di merito, l’uomo rimanga senza armi. Che, non evitano di segnalare i giudici, nel caso “sono peraltro in numero assai elevato per un normale cittadino (ben sei fucili e due pistole)”.