Il Caesar Guerini Magnus Light calibro 12 è un fucile performante, dall’aspetto tradizionale e costruito con cura nell’ottica di un impiego sotto ferma del cane; una buona scelta per la beccaccia.
Il Magnus Light è un sovrapposto quasi esclusivamente dedicato all’arciera. Ho usato il termine “quasi” volutamente, per non limitare il range di utilizzo solo alla beccaccia, ma estendendolo a tutti i selvatici insidiabili sotto ferma del proprio ausiliare (eccezion fatta, forse, solo per la tipica alpina).
Questo fucile si presenta, quindi, con ambizioni “da grande” in un corpo… leggero!
Compatto, ma… tosto
Il Magnus Light si presenta corto (ho provato la versione con canne da 61 cm di lunghezza), ma niente affatto “debole”.
Assistiamo, infatti, a una bascula in Ergal completamente incisa e dotata di cartelle lunghe. L’accoppiata canne corte/cartelle lunghe è abbastanza inusuale, ma assolutamente piacevole.
Il fucile fornisce – anche a prima vista – un’impressione di solidità e di forza. Poi, quando lo si impugna, ecco la sorpresa. A cotanta possanza visiva, si accompagna un peso veramente leggero, tale da rendere il Magnus Light idoneo a essere portato in giro senza che il cacciatore risenta della fatica.
Caesar Guerini licenzia la questione peso con circa 2,7 kg, ma con canne di 71 cm di lunghezza. A mio modo di vedere, siamo sotto questo limite. Un grande vantaggio per la portabilità, con la possibilità di sparare anche (saltuariamente) cartucce impegnative, data la camera di scoppio magnum (76 mm di lunghezza).
L’incisione, realizzata come di consueto sui fucili della Casa di Marcheno dalla Bottega Giovanelli, è molto ricca e ben risalta sulla finitura tipo argento vecchio della bascula. In aggiunta a una capillare incisione su tutte le superfici metalliche, sui due lati di bascula riscontriamo due scene di caccia.
In particolare, si ammirano sul lato destro due fagiani in volo in uno spazio aperto e sul lato sinistro due beccacce in volo in ambiente boschivo. Tutti i soggetti (animali) sono dorati.
Il livello di esecuzione è decisamente buono. Si nota una certa cura nel dettaglio, anche il più piccolo.
Molto elaborato il petto di bascula, forse persino un filo troppo inciso per i gusti europei, ma senza oro. Teniamo però in conto che il fucile è destinato a un mercato globale, anche per quei Paesi che posseggono un gusto un poco più pesante del nostro.
Secondo prassi consolidata sui fucili della gamma, le cartelle laterali non presentano alcuna vite di bloccaggio sul legno. Sono fissate a incastro e mirabilmente adattate alla calciatura, indice di una ridottissima tolleranza costruttiva. Questo consente di lasciare ampio spazio all’incisione, senza doversi curare della presenza delle teste delle viti.
Saggia è stata la scelta di lasciare lisce le conchiglie, che si stagliano lucenti prima del nero profondo delle canne brunite, grazie a una sapiente tiratura.
Il ponticello è formato da un ampio ovale di foggia e dimensioni già apprezzate su altri modelli della Casa e alberga un monogrilletto selettivo dorato.
Il cursore della sicura è in posizione classica (sulla codetta di bascula) e incorpora il comando per l’inversione dei cani. Uno o due pallini rossi evidenziano quale canna spara per prima. L’insieme è di minute dimensioni, perfettamente consono all’arma e alla finitura del fucile.
La chiave di apertura è incisa nella parte superiore, ma liscia (solo un leggero fregio decorativo) sulla palmetta. La manovrabilità non risente dell’assenza di una zigrinatura.
La calciatura è ovviamente in legno di noce, appariscente e ben realizzata. Non conosco il grado del legno (certamente un legno di noce di grado elevato), ma il Magnus Light si presenta bene. La finitura è a olio brillante, con le venature che risaltano sullo sfondo (sono anche correttamente orientate per favorire lo scarico lineare del rinculo).
L’impugnatura è a principe di Galles, una “mezza” pistola arrotondata che era di gran voga qualche decennio fa con gli Auto 5 prima versione e con i semiautomatici Cosmi. Poi ha preso piede l’impugnatura a pistola, indubbiamente più salda, ma meno bella dal punto di vista estetico. Ben vengano fucili da caccia come quelli della Caesar Guerini, che ripropongono una soluzione davvero valida.
Lo zigrino è a passo fine, eseguito manualmente su impugnatura e astina. Quest’ultima termina con un elegante becco d’oca, che ingentilisce le forme. Il pulsante di sgancio dell’astina è situato in testa all’astina stessa e funziona a pompa. Una soluzione discreta e funzionale.
Il calcio viene degnamente completato da un calciolo in legno (zigrinato per l’appoggio sulla spalla) che fa sempre la sua figura.
Le misure di fabbrica sono settate a 35/37 mm per quanto riguarda la piega e a 373 mm per la lunghezza del calcio.
La meccanica
Se da un lato la chiusura del Magnus Light non si discosta da quanto già visto su precedenti modelli della casa di Marcheno (eccezion fatta per la serie Invictus, nel campo del tiro) e si rivolge alla classica chiusura a tassello basso su ramponi, vi sono numerosi altri particolari da descrivere.
Il robusto tassello si impegna, quindi, sui due ramponi del monobloc che non attraversano il fondo di bascula, assicurando una chiusura robusta e durevole.
I perni cerniera sono realizzati in materiale molto resistente e sono intercambiabili.
La bascula, realizzata in lega leggera, è ricavata da un massello forgiato. Questo per non creare “danno” alle fibre del materiale e per consentire una maggiore robustezza dell’insieme.
Aprendo il sovrapposto notiamo anche due inserti intercambiabili in acciaio inox posizionati attorno ai percussori. Una soluzione tanto semplice quanto utile per prevenire eventuali danni derivanti dalla corrosione allo sparo.
Gli estrattori sono automatici con una camma a grande sviluppo ricavata dal pieno; il loro funzionamento appare ineccepibile.
Il monogrilletto selettivo è del tipo inerziale, con bilanciere sdoppiato. Il collegamento fra il bilanciere e la massa (fissata sulla bascula anziché sul grilletto, a garanzia di sicurezza contro cadute accidentali) è realizzato con una sfera mobile, per ridurre al minimo gli attriti durante lo sparo.
Le canne sono realizzate in acciaio al cromo molibdeno con tecnologia Maxisbore, con un raccordo fra camera e anima denominato Duecon. Questa abbinata permette ai pallini di assumere elevate velocità con minori deformazioni degli stessi, riducendo nel contempo il rinculo percepito dal cacciatore.
Ma la vera e interessante novità del Magnus Light è la prima canna “rayé” (raggiata). La sua conformazione è stata appositamente concepita per i tiri a distanza ravvicinata, quali quelli (per esempio) alla beccaccia.
Va precisato che si tratta di una tipologia di canna raggiata “intermedia”. Non è completamente raggiata e non adotta lo strozzatore (lungo o corto che sia) raggiato. Il tubo è cilindrico e l’ultimo tratto (circa 14 cm) è raggiato con una raggiatura elicolidale che conferisce un’ampia rosata sin dagli otto/dieci metri dalla volata.
La canna superiore (seconda canna) è invece di tipo più tradizionale, nel senso che adotta gli strozzatori intercambiabili (forniti in numero di cinque con relativa chiave in metallo) denominati Maxischoke. Sono realizzati in acciaio legato ad alta resistenza.
Sebbene l’esemplare in prova disponesse delle canne più corte, esse sono a disposizione anche nelle misure da 66, 71 e 76 cm di lunghezza.
La tiratura esterna delle canne appare molto accurata.
La bindella superiore è rabescata antiriflesso, del tipo ventilato a ponticelli larghi da 7×7 mm e termina con un mirino sferico in ottone. Non risulta visibilissimo in condizioni di luce fioca, ma è indubbiamente più elegante di un pezzetto di fibra ottica. Se proprio non ce la fate a vederlo, si potrà facilmente sostituire in un secondo momento. I bindellini laterali sono pieni.
A maggior ragione, il peso contenuto deve essere apprezzabile in un fucile che mantiene la bindella superiore, ha i due bindellini laterali pieni e le cartelle lunghe (nonché realizzato in calibro 12).
Le canne sono bancate con il giglio di Francia, per lo sparo di munizioni alternative laddove vige il divieto di utilizzo del piombo.
La prova di sparo
Ho testato il comportamento allo sparo del Magnus Light nel tunnel interno dell’azienda. Ero particolarmente curioso di sparare la prima canna, in quanto non avevo ancora sperimentato la soluzione “intermedia” di raggiatura.
Ho impiegato una cartuccia Baschieri & Pellagri MB Gigante con borra in feltro e 32 grammi di piombo della numerazione 8. Un’accoppiata perfetta per la beccaccia, anche se forse non il massimo per impegnare correttamente la raggiatura, dove l’optimum si ottiene con lo sparo di cartucce con contenitore), alla distanza (davvero minima) di sette metri.
Risultato? Un vero e proprio innaffiatoio, tanto che viene da pensare che possa bastare indirizzare il fucile verso la regina in volo e sparare per poterla portare a casa… Ovviamente non è così, il “manico” ci vuole e ci vorrà sempre, ma è indubbio che anche la soluzione di raggiatura adottata da Caesar Guerini appare efficace.
Non contento, ho poi sparato la seconda canna, con strozzatura tre stelle alla distanza di venti metri, ottenendo un riscontro positivo anche in questo caso.
Bello e performante
Il Magnus Light abbina una livrea elegante e distintiva a una prestazione balistica di tutto rispetto.
La caratteristica canna raggiata (prima canna) è indubbiamente una scelta in più per il cacciatore di beccacce e di selvatici per il cane da ferma (quaglie, fagiani, starne) su involo a breve distanza.
Una prima canna a breve distanza e una seconda da utilizzare in un range più ampio (a seconda del valore di strozzatura) è un’accoppiata da sfruttare sino in fondo.
Inoltre, il Magnus Light strappa più di uno sguardo di ammirazione, anche senza fare voli pindarici nel lusso sfrenato. Un fucile che fa dell’equilibrio fra estetica e soluzioni tecniche il suo vero punto di forza.
Il Magnus Light viene venduto nella sua valigetta personalizzata Injec in ABS, con i cinque strozzatori (più chiave) e le magliette porta cinghia al prezzo di 2.568 euro + Iva.
Io l’ho provato in calibro 12, ma se volete scegliere il calibro 20 o il 28… potete!