Sezioni Tsn e munizioni ricaricate: l’Unarmi scrive a Uits, Genio e governo

Sulle munizioni ricaricate nelle sezioni Tsn l’Unarmi scrive a Uits, Comando Genio e governo
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L’Unarmi scrive all’Uits, al Comando Genio e al governo per contestare la disposizione che nelle sezioni Tsn vieta d’impiegare munizioni ricaricate.

Prima d’imporre nelle sezioni Tsn, che spesso obbligano i soci ad assumersene la responsabilità, il divieto d’impiegare munizioni ricaricate, sarebbe stata opportuna una disamina sugli incidenti avvenuti finora: inizia così la lettera che Giulio Magnani, presidente dell’Unarmi (Unione armigeri italiani, già Comitato direttiva 477), ha inviato all’Uits, al Comando del Genio e al governo, sia al dipartimento per lo Sport sia al ministero della Difesa.

Detto che sono consistenti i dubbi sui poteri del I Reparto infrastrutture, che con la propria circolare ha imposto il divieto, Magnani scrive che qualsiasi preoccupazione legata alla sicurezza è «ampiamente arginabile con idonee paratie che delimitino le piazzole di tiro»; se invece ci si preoccupa di rispettare i livelli energetici prescritti dal Cip, la soluzione è «banalissima e decisamente economica»: è sufficiente istituire delle prove a campione presso una postazione di tiro dotata di cronografo.

Inoltre il divieto genera una contraddizione: l’Unarmi non capisce «per quali scopi un tiratore sarebbe pienamente legittimato a ricaricare le proprie munizioni, se non per farne uso anzitutto nelle strutture gestite dallo Stato»; è peraltro pretestuosa l’asserzione che le munizioni commerciali siano sempre costanti e corrette: la smentisce il ritiro d’interi lotti.

Il timore delle conseguenze

Le conseguenze del divieto sono pesanti: s’impedisce l’uso di armi camerate in calibri non disponibili commercialmente, «mettendo di conseguenza a rischio l’esistenza di intere discipline sportive come il tiro con armi ex-ordinanza»; e si temono nuove restrizioni sulle armi ad avancarica («e a maggior ragione: di queste, per definizione, non si può garantire in alcun modo l’impossibilità di caricamenti errati»)

Per l’Unarmi oltre che pratiche il divieto avrà conseguenze dirette «sia sull’immagine» delle sezioni Tsn sia «sulla loro stessa sopravvivenza»: s’aggiunge infatti a «problematiche ultradecennali», che così potrebbero avere «ripercussioni sia nell’esercizio sportivo e diportistico delle discipline di tiro, sia nelle finalità militari e di pubblica sicurezza».

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