Sono stati 40.269, nuovo record italiano per le fiere di settore, gli appassionati di armi, caccia e pesca che tra sabato e lunedì hanno visitato Eos 2025; appuntamento a marzo 2026.
Muro sfondato, sfondatissimo: sono stati 40.269, nuovo record, i visitatori di Eos 2025, la principale fiera italiana delle armi e della caccia. Patrizio Carotta, il presidente di Eos, ha già annunciato le date dell’edizione 2026: si slitta avanti di un mese, per finire nel lungo fine settimana compreso tra il 14 e il 16 marzo, sempre a Verona.
È una decisione che soddisfa Pierangelo Pedersoli, presidente Conarmi, felice anche per aver «visto tanti giovani, buon auspicio per il futuro delle nostre passioni e delle attività». Lo amareggia solo un aspetto: «Gli anticaccia e gli antiarmi vorrebbero imporre la propria volontà senza curarsi del fatto che rispettiamo sempre le norme».
Per Luca Degl’Innocenti, capo della comunicazione Beretta, «la collocazione di Veronafiere e la vocazione turistica della città dovrebbero aiutare Eos a diventare sempre più mitteleuropea: lo meritano la qualità degli espositori e l’organizzazione della fiera»; apprezzabile la presenza di «molti visitatori alla prima partecipazione».
L’ottima risposta di pubblico ha soddisfatto Roberto Massarotto, direttore marketing Benelli: la passione immutata che anima il settore «è un viatico importante per il futuro».
Francesco Gazzetta, direttore vendite di Fiocchi, segnala che «nonostante alcune difficoltà contingenti del mercato, legate agli approvvigionamenti della materia prima, il riscontro di pubblico ci tranquillizza: nessuno ha intenzione di abbandonare l’attività preferita».
Peter Unterholzner, Blaser Italia, ha notato la presenza di tanti cacciatori di selezione provenienti dal sud Italia: è segno che Eos «è sempre più punto di riferimento del settore».
Una fiera di successo
Un altro aspetto ha colpito Frederic Colombie, di Browning-Winchester-Miroku: «Siamo ben contenti di aver visto molti professionisti in cerca di novità: per noi Eos diventa anche fiera B2B (business to business, ndr), non più solo B2C (business to consumer, ndr)».
È una suggestione che indirettamente conferma anche Fabrizio Dalla Porta, ufficio marketing Crispi: a Eos «riusciamo ad avere feedback diretti, e fortunatamente positivi, dai cacciatori che utilizzano i nostri scarponi, e contestualmente a [incontrare] i nostri distributori europei».
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