L’Anpam commenta l’atto con cui il parlamento europeo ha revisionato il regolamento su importazione, esportazione e transito di armi.
Per l’Anpam è «una riforma in chiaroscuro»: nel nuovo regolamento su importazione, esportazione e transito di armi, revisionato dal parlamento europeo che l’ha votato con una maggioranza amplissima (537 gli eurodeputati favorevoli, 40 i contrari – soprattutto di Identità & democrazia, il gruppo della Lega – e 28 gli astenuti), non sono entrati alcuni passaggi critici, ma c’è una misura che rischia di «minare la competitività delle aziende europee».
L’Anpam ritiene infatti contraddittorio tentare di snellire la burocrazia introducendo l’obbligo d’impiegare soltanto strumenti telematici e contemporaneamente decidere di allungare la durata massima dei procedimenti di rilascio delle licenze per l’importazione e l’esportazione; dovuta alla richiesta di alcuni Paesi privi di industrie di settore o poveri di amministrazioni strutturate, questa mossa rischia di far perdere ai produttori «quote importanti di mercato»: i tempi lunghi sono infatti «incompatibili con le dinamiche proprie [degli scambi] internazionali».
Altre criticità però sono scomparse: per l’esportazione delle armi non sarà richiesto il certificato di uso finale (non era infatti applicabile al settore rappresentato dall’Anpam, che non opera con i governi e i corpi di polizia ma con importatori e armerie private); e cade anche la proposta di applicare le norme sull’esportazione delle armi militari anche a gran parte delle armi civili contenute nella Eu Common military list, anche se non vendute ai governi.
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