Il SIPRI ha reso noti i dati sulle esportazioni mondiali di armi nell’ultimo quinquennio. Dominano sempre Washington e Mosca
Stati Uniti e Russia, sempre Stati Uniti e Russia. Sembra di esser d’un tratto piombati a una trentina di anni fa se si dà uno sguardo alla pubblicazione del SIPRI.
L’Istituto internazionale di studi per i problemi della pace, di stanza a Stoccolma, ha reso noti i dati sulle forniture di armi nel mondo nell’ultimo quinquennio. E i numeri, almeno quelli, non regalano sorprese.
Stati Uniti e Russia leader nelle esportazioni d’armi
Gli Stati Uniti rappresentano i principali esportatori d’armi nel mondo, con un terzo preciso della quota totale. Le armi a stelle e strisce arrivano soprattutto in Arabia Saudita (13%) Emirati Arabi (9%) e Turchia (6%). Negli ultimi cinque anni, gli Stati Uniti hanno esportato armi in almeno cento Paesi. Rispetto al quinquennio precedente, le esportazioni sono aumentate del 21%.
La Russia rimane stabile al secondo posto: le sue esportazioni rappresentano il 23% del totale mondiale. Dalla Russia acquistano soprattutto India (38% delle esportazioni russe), Vietnam e Cina. Dal 2012 al 2016 Mosca ha esportato armi in circa 50 Paesi.
Molto distanziate le nazioni che vengono dietro i due big.
La Cina, terza nella speciale classifica, si attesta sul 6,2% delle esportazioni mondiali di armi. Seguono Francia (6%) e Germania (5,6%). L’Italia viene dietro Regno Unito e Spagna.
In generale, nell’ultimo quinquennio l’esportazione di armi convenzionali è cresciuta dell’8,4%.
Si compra in Asia
Il 43% delle armi esportate finisce in Asia e in Oceania. Il 29% approda in Medio Oriente; nella graduatoria degli importatori seguono Europa (11%), America (8,6%) e Africa (8,1%).
È l’India (13%) il Paese a importare più armi dall’estero. Seguono Arabia Saudita (8,2%), Emirati Arabi (4,6%), Cina (4,5%) e Algeria (3,7%).
I dati non tengono conto del valore economico delle transazioni, ma riflettono i semplici volumi di fornitura.