L’eurodeputato leghista Matteo Gazzini chiede alla Commissione europea di modificare il testo con cui sarà revisionato il regolamento sull’esportazione di armi.
Per l’eurodeputato leghista Matteo Gazzini la revisione del regolamento 258/2012 sull’importazione e l’esportazione di armi da fuoco alla quale sta lavorando la Commissione europea «è destinata ad avere pesanti ricadute sul commercio, l’industria, la caccia, il tiro sportivo e il collezionismo». Nell’interrogazione che ha presentato insieme a Roman Haider e Georg Mayer, eurodeputati austriaci come lui iscritti al gruppo Identità e democrazia, chiede dunque la revisione del testo in discussione, che ritiene che contenga alcuni obiettivi irrealizzabili e altri in contrasto con l’attuale direttiva.
Per Gazzini il testo cui la Commissione sta lavorando è infatti inquinato da una «palese confusione ideologica tra armi civili e armi militari». Vi si legge infatti che, per rilasciare una licenza d’esportazione, i Paesi membri debbano prima ottenere un certificato che attesti l’identità del destinatario finale. Ma questo procedimento, nato per monitorare l’esportazione d’armi militari, «è inapplicabile per le armi civili, importate per essere messe sul mercato: di solito il destinatario finale non è un soggetto conosciuto al momento del rilascio della licenza d’esportazione». Il Paese di destinazione potrebbe inoltre rifiutarsi di rilasciare questa dichiarazione, «ritenendola un’inutile ripetizione di quanto già contenuto nell’autorizzazione all’importazione».
Gazzini chiede dunque che la procedura si semplifichi: deve restare soltanto un vincolo, la sola licenza d’esportazione; e le tempistiche del rilascio devono essere ridotte. «In un momento di crisi come questo» chiude «non servono certo nuovi ostacoli per l’industria e il commercio».
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