Tra le questioni più dibattute in ambito armiero c’è quella sulle differenze tra il 5,56×45 Nato e il .223 Remington. Ve ne sono? La risposta è “sì” e “non risiedono però nelle dimensioni esterne del bossolo, che possono essere identiche”.
Una differenza è la pressione massima. Anche qui occorre fare attenzione, perché il sistema di misurazione è diverso: copper units (Cup) e di recente pounds per square inch (p.s.i.) per il calibro civile, con un trasduttore posto a metà del corpo del bossolo.
Il calibro militare vede l’impiego di un mouth transducer, sistema che porta a letture teoricamente inferiori perché legge la pressione in una differente posizione. Le munizioni militari raggiungono facilmente 60mila psi se misurate con un sistema mid-case Saami, mentre l’omologa civile, alias .223 Remington arriva, in media, a 55mila psi.
Misurando una munizione .223 Rem con il sistema impiegato per quelle militari si arriverebbe (in media) a 58.700 psi. La lunghezza della gola di camera (throat) – maggiore nel 5,56 Nato – comporta differenze non trascurabili sulle pressioni di esercizio. Le gole del calibro civile sono 0,085 pollici; quelle del calibro militare circa il doppio: 0,162 pollici. Anche l’angolo di gola è differente.
Le regole Saami non contemplano il disegno del profilo del proiettile; molte cartucce militari hanno un proiettile che riduce molto, o annulla, la tolleranza tra gola e inizio della rigatura. Sparare una munizione con pressioni di esercizio maggiori e piantata sulla rigatura, ha prevedibili effetti sull’aumento delle pressioni.
A questo si aggiunge lo spessore del bossolo, maggiore nelle munizioni militari, che ruba un poco di volume interno (essendo le dimensioni esterne identiche, non può essere che così). Per tutti questi motivi le norme Saami ritengono insicuro sparare munizioni 5,56 Nato in armi con camera .223 Remington.
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